L’oggi è messo a dura prova anche per le guerre. E in Italia ne combattiamo una contro i femminicidi e per il rispetto delle donne.
«Sono ambasciatrice del progetto Amica delle Donne di Prodeco Pharma, ma dico subito che non sono femminista. La violenza è un obbrobrio, ma credo anche che uomo e donne siano diversi. Non sono di quelle che pretendono di essere trattate come gli uomini per principio. Una persona deve ottenere un posto di lavoro perché è brava, non perché donna. La cosa più importante per me è rispettare l’altro sesso e le persone in generale non per la sessualità, ma per i loro valori. Lo sport insegna anche questo. Troppe volte scordiamo che ci sono cose nelle quali non possiamo essere uguali. Io, le donne che vorrebbero gareggiare con gli uomini, non le capisco. Non è possibile, c’è troppa differenza fisica».
Giorgio Rocca però ci ha detto che gli uomini per crescere dovrebbero allenarsi con lei, Goggia e Bassino, prendervi ad esempio.
«Lo ringrazio, un bel complimento. Io di sicuro sono una grande lavoratrice, come lo sono Sofia e Marta. Mi lamento poco e vado sempre al massimo. In questo siamo esempi per le nostre compag ne e allo stesso tempo ci spingiamo tra di noi ad andare sempre più forte. Una squadra che funziona deve avere questi valori. Dei ragazzi non posso dire nulla di male. Per me hanno anche grandi allenatori e ci sono atleti forti. Forse però noi donne siamo più... ligie. Ascoltiamo ed eseguiamo».
Ma andrebbe ad allenarsi con loro?
«Molto volentieri, non vedo l’ora che mi invitino. Posso sempre imparare qualcosa. In altre Nazioni lo fanno già. A noi ragazze farebbe sicuramente bene. Dico subito che non avrei chance di competere, ma se mi avvicinassi in qualche giro... i ragazzi sarebbero costretti a tirare di più, sarebbe dura per loro accettare di perdere da una donna. Ma ripeto: io le gare degli uomini le guardo e li ammiro».
Chi in particolare?
«Odermatt e Sarrazin. Tecnicamente sono migliori dei velocisti puri ma riescono ad andare anche loro molto forte in discesa. Per questo vincono e rivincono. Fanno la differenza con la sciata, l’atteggiamento, il coraggio».
Quello che può fare anche lei: l’agognata prima vittoria in discesa può arrivare qui?
«Magari, io di sicuro ci proverò. La differenza rispetto alle gare maschili, però, è che noi non gareggiamo in piste e con condizioni estreme come gli uomini. Penso a Bormio, Wengen e Kitzbühel. Lì puoi fare più la differenza. Da noi è più difficile».
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