E Giochi... Cortina significa anche 2026.
«Come sapete l’Olimpiade ora non è nei miei pensieri. Io vivo l’oggi, che per me è già tanto. Vivo per questa vita. E vincere, gara per gara».
L’Italia qui a Cortina sulla vicenda del bob invece ci ha perso un po’ la faccia...
«Sembra che ci sia ancora una chance, anche se è un po’ tardi. Come in tutte le cose ci sono i pro e i contro. Gli slittinisti, bobbisti e skeletonisti azzurri meritano come noi un’Olimpiade in casa, non di dover andare a gareggiare all’estero. E poi una pista in Italia darebbe slancio al movimento. Dall’altra parte mi rendo conto dei problemi nel costruire una pista da zero e poi magari fare la fine di Cesana. I costi economici e ambientali sono enormi. Sapete che nel mio modo di vivere c’è anche quello di rispettare concretamente e quotidianamente l’ambiente che ss sta aggredendo da troppo tempo».
Ci parli della sua sesta Traiettoria Liquida, il suo progetto di sostenibilità ambientale.
«Ho scelto il tema della deforestazione perché gli alberi sono eroi silenziosi che assorbono l’anidride carbonica emessa dalle attività industriali e domestiche e rilasciano ossigeno nell’atmosfera, i polmoni della Terra. Lo sapete che ogni 15 secondi perdiamo un pezzo di foresta grande quanto 7 campi da calcio? E che dal 1990 a oggi ne abbiamo abbattuto 420 milioni di ettari, un territorio 14 volte l’Italia? Dobbiamo fermarci e iniziare a prenderci cura di boschi e foreste in modo sostenibile per tutelare i nostri ecosistemi, salvare animali e piante dall’estinzione, limitare l’erosione del suolo e i disastri ambientali come frane, alluvioni e siccità. Per aiutare la Terra dobbiamo cambiare le nostre abitudini: consumiamo con intelligenza, evitiamo gli sprechi, soprattutto alimentari, riutilizziamo e ricicliamo più che mai e acquistiamo prodotti da filiere sostenibili. Ogni piccolo gesto quotidiano fa la differenza. Io faccio così».
S’è anche trasformata lei stessa in albero.
(sorride) «Mi sono divertita molto. Stavolta sono andata nel mio paese, a La Salle. In estate ho piantato un acero rosso che è già cresciuto molto e mi sono fatta metaforicamente, ma non solo, mettere in dimora nella terra da venti bambini. Così diventiamo tutti semi di speranza per mettere radici e gettare i propri rami verso un futuro migliore».
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