Che effetto le ha fatto vedere Federica Pellegrini diventare mamma? «Eh, quello degli anni che passano... Sono molto contenta per lei, con questo ragazzo ha trovato la sua dimensione. È felice, vive il suo sogno».
Vi vedrete meno visto che ha rotto con il suo preparatore atletico di Verona... «Sono molto grata del percorso che abbiamo fatto insieme. Flavio (Di Giorgio, ndr) mi ha aiutata in momenti veramente difficili, come l’incidente qui a Cortina pochi giorni prima di Pechino 2022. E capisco che la nostra vita sia stressante, perché siamo in giro 250 giorni l’anno al freddo, magari con tensioni in squadra e gente che non ti sei scelto... Ma le tempistiche e le modalità, visto che sono stata scaricata alla vigilia di Natale senza neppure un preavviso, non sono da professionista».
Ha detto che il ritorno con Matteo Artina, il preparatore di PyeongChang 2018, è una prima toppa. «Se ti piove dal tetto cosa fai? Lasci che l’acqua entri perché ti si sono rotte le tegole e non ne hai nuova oppure trovi una soluzione immediata finché passa il temporale? Io ho fatto così ed è stata già una fortuna che Matteo sia stato disponibile. Intanto ho chiesto di lavorare con me fino alla fine della stagione, poi fa remo le nostre valutazioni e ci penseremo».
Giorgio Rocca ci ha detto che gli uomini per uscire dalla crisi dovrebbero allenarsi con lei, Brignone e Bassino: lei vorrebbe farlo? «Io l’ho già fatto in passato e ho già deciso che la prossima estate, per il lavoro in discesa, non andrò più a Ushuaia ma in Cile per allenarmi con gli uomini. Allenarsi con chi è più forte di te ti alza l’asticella. Io sono fautrice di questo. Detto ciò nelle discipline tecniche, in gigante soprattutto, sono più gli uomini che hanno bisogno di allenarsi con Fede che lei con loro...».
Siamo alla fine, torniamo alle sue connessioni: ma c’è un luogo dove riesce a staccare, a non essere connessa? «Sì, ed è anche il luogo dove io ho più connessione con me stessa: la mia baita in Valle d’Aosta, lontano da tutto e tutti, fuori dal mondo. Lì lascio le connessioni fuori e mi connetto dentro. Ci vado una volta all’anno, purtroppo, ma sono i tre giorni più belli dell’anno. Lì vivo momenti magici».