Le parole di Giuseppe Martinelli
«Tantissimi corridori hanno vinto come e più di lui, ma nessuno è andato fuori dagli schemi come lui. Lo conosceva il bambino che andava all’asilo perché lo sentiva nominare dal papà e lo conosceva la pensionata che stirava di pomeriggio con la tv sul Giro sullo sfondo. E il ciclista c’entra solo in parte. C’entrano l’uomo e le sue debolezze: ha percorso una strada in salita per tutta la sua vita» dice Giuseppe Martinelli, l’uomo che lo ha visto esplodere in Carrera e lo ha condotto in rosa e in giallo alla Mercatone Uno.
«La sua più bella dimostrazione di forza? Scelgo l’Alpe d’Huez al Tour del 1997. Quel giorno parte una fuga minacciosa e metto la squadra a tirare per riprenderla. Marco viene all’ammiraglia e mi dice, “Martino, ma sei sicuro? Guarda che io non mi sento super eh”. Io gli dico di non preoccuparsi. Dopo 20 chilometri torna, stessa storia. Tu pensa a fare il tuo. Mangia e stai tranquillo, gli dico. Alla fine sappiamo tutti cosa è riuscito a fare. Arriva da solo sul traguardo, staccando Ullrich e Virenque. Era fortissimo, ma solo quando si metteva in testa di farlo. Faceva parte del suo carattere, come nel rapporto con i compagni di squadra. La Mercatone Uno era il suo “vestito”, qualcosa nato solo per lui. E lui aveva il carisma necessario per indossarlo». “Pantani era un dio” ha saputo sintetizzare Marco Pastonesi nel titolo di un libro imperdibile per tutti quelli che sentono lo stomaco farsi piccolo piccolo quando ascoltano il suo nome, immaginandolo ondeggiare sulla sua bici. Una divinità umana come nessun’altra. Viva più che mai, nei ricordi di tutti.