Paolini e Sinner insieme? "Jasmine firmerebbe subito..."

Parla il coach Renzo Furlan: "Sapevo che era competitiva, ma di solito i suoi progressi avvengono in modo progressivo"
Paolini e Sinner insieme? "Jasmine firmerebbe subito..."© EPA

Il gioco di squadra conta, anche nel tennis. In particolare se inteso come il rapporto che intercorre tra atleta e coach. E allora nel processo di crescita esponenziale di Jasmine Paolini un ruolo fondamentale ricopre Renzo Furlan, che ha iniziato a seguire la toscana nel 2016 part time per poi esserle accanto a tempo pieno da luglio 2020. A fine ottobre l’azzurra entrava per la prima volta in Top 30, ora con il capolavoro a Dubai si è proiettata tra le prime 15 del mondo. «Non mi aspettavo neanche io un balzo così repentino - ammette il tecnico che compirà 54 anni il 17 maggio - anche perché di solito i suoi progressi avvengono in maniera progressiva. Sapevo che Jasmine era competitiva, migliorata al servizio e con un gioco ancor più incisivo, aveva dimostrato una crescita di livello raggiungendo gli ottavi agli Australian Open e poi vincendo il titolo in doppio a Linz con Sara Errani, però con questo risultato mi ha stupito positivamente. Cosa è cambiato? Beh, avesse perso al 1° turno con Haddad Maia in cui era sotto 6-4 4-2 40-15 ora non staremmo parlando di un Wta 1000 in bacheca. Invece con tenacia ha saputo girare quel match e qualcosa è scattato in termini di ulteriore consapevolezza, ha battuto per la prima volta Fernandez e quindi Sakkari, confermandosi nelle successive prove del nove con Cirstea e Kalinskaya».

Un exploit rimasto però senza festeggiamenti. «Dopo aver vinto un titolo così prestigioso sabato sera ci sono stati tutta una serie di obblighi, con media, sponsor, foto con autorità locali, organizzatori e staff, tanto che alla fine siamo andati a dormire tardi e senza mangiare, dato che al mattino presto avevamo il volo di rientro. Abbiamo apprezzato questo splendido risultato, che ora è archiviato perché dobbiamo subito focalizzarci verso i prossimi impegni, la trasferta americana per i 1000 di Indian Wells e Miami. Un paio di giorni di riposo, visto che Jas era stanca, poi domani si torna a lavorare e domenica partiremo per gli States».

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Applicazione, spirito di sacrificio e anche coraggio le fondamenta di una carriera di alto profilo da giocatore per Furlan (best ranking n.19 a 26 anni), pur dotato di un fisico “normale”, quindi con tante similitudini con il percorso che sta compiendo la 28enne di Bagni di Lucca. «Abbiamo la stessa mentalità, con la volontà di limare ogni giorno qualche piccolo difetto, per arrivare ad essere la versione migliore di se stessi. Del resto nessuno di noi è stato top 20 a 18 anni: abbiamo fatto la trafila giovanile, poi ci siamo costruiti gradualmente nel circuito professionistico dove non è sempre facile tradurre sul campo il proprio livello, arrivando a conoscersi e ad esprimersi appieno. Ciò agevola la sintonia, tutto quel che facciamo è condiviso, Jasmine mi dà continui feedback e io cerco di indicare delle possibili strade. Lei ha un carattere solare, questo aiuta a produrre un tennis di grande qualità. Ci diciamo sempre che il fondamentale equilibrio è tra disciplina, determinazione e serenità, in modo da tirare fuori il meglio. Il voler vincere genera aspettative enormi, bisogna considerare la partita come l’occasione per verificare ciò su cui si è lavorato, crediamo nell’analisi, che genera strategie, più che nel giudizio, legato a sensazioni del momento».

La Top 10 è a meno di 850 punti ma non è all’ordine del giorno. «Sinceramente parliamo pochissimo di numeri fra noi, molto più di obiettivi di prestazione e di come ottenerli», taglia corto Furlan, prima di guardare avanti. «Il 2024 è arricchito dalle Olimpiadi di Parigi, evento che sta a cuore a tutti gli azzurri, Paolini compresa. E questo vale anche per il doppio insieme ad Errani, c’è feeling reciproco e hanno dimostrato la loro competitività. Il misto con Sinner? Jasmine ci metterebbe la firma, dipende dai piani di Jannik, certo come binomio non sarebbe male».

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Il gioco di squadra conta, anche nel tennis. In particolare se inteso come il rapporto che intercorre tra atleta e coach. E allora nel processo di crescita esponenziale di Jasmine Paolini un ruolo fondamentale ricopre Renzo Furlan, che ha iniziato a seguire la toscana nel 2016 part time per poi esserle accanto a tempo pieno da luglio 2020. A fine ottobre l’azzurra entrava per la prima volta in Top 30, ora con il capolavoro a Dubai si è proiettata tra le prime 15 del mondo. «Non mi aspettavo neanche io un balzo così repentino - ammette il tecnico che compirà 54 anni il 17 maggio - anche perché di solito i suoi progressi avvengono in maniera progressiva. Sapevo che Jasmine era competitiva, migliorata al servizio e con un gioco ancor più incisivo, aveva dimostrato una crescita di livello raggiungendo gli ottavi agli Australian Open e poi vincendo il titolo in doppio a Linz con Sara Errani, però con questo risultato mi ha stupito positivamente. Cosa è cambiato? Beh, avesse perso al 1° turno con Haddad Maia in cui era sotto 6-4 4-2 40-15 ora non staremmo parlando di un Wta 1000 in bacheca. Invece con tenacia ha saputo girare quel match e qualcosa è scattato in termini di ulteriore consapevolezza, ha battuto per la prima volta Fernandez e quindi Sakkari, confermandosi nelle successive prove del nove con Cirstea e Kalinskaya».

Un exploit rimasto però senza festeggiamenti. «Dopo aver vinto un titolo così prestigioso sabato sera ci sono stati tutta una serie di obblighi, con media, sponsor, foto con autorità locali, organizzatori e staff, tanto che alla fine siamo andati a dormire tardi e senza mangiare, dato che al mattino presto avevamo il volo di rientro. Abbiamo apprezzato questo splendido risultato, che ora è archiviato perché dobbiamo subito focalizzarci verso i prossimi impegni, la trasferta americana per i 1000 di Indian Wells e Miami. Un paio di giorni di riposo, visto che Jas era stanca, poi domani si torna a lavorare e domenica partiremo per gli States».

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