Classic Revolution: generazione "a faro tondo"

Da elemento funzionale a vero e proprio simbolo, capace di attraversare la storia della produzione motociclistica fino a diventare, oggi, l'emblema di un trend in costante ascesa
Classic Revolution: generazione "a faro tondo"

Quando si pensa alla moto, così come vive nell’immaginario collettivo, vengono in mente un telaio, un motore, un serbatoio ma, soprattutto, un faro tondo. Elemento che, nel tempo, si è imposto come tratto stilistico caratterizzante, andando oltre la sua specifica utilità per diventare simbolo di tutto ciò che è “classic”. Modern classic, ultra classic, neo classic, un concetto capace oggi di esplodere in diverse direzioni, temporali e stilistiche, condizionando fortemente i listini sotto la spinta delle mode e della ricerca costante di qualcosa di nuovo.

POTREBBE SEMBRARE QUASI IN PARADOSSO: un elemento del passato, per rilanciare il concetto di moto e proiettarlo nel futuro; eppure, alcune recenti novità di mercato ci dimostrano che si può fare, basti guardare alle ultime sofisticate Husqvarna, la Vitpilen e la Svartpilen, o alla gamma “Neo Sports Café” targata Honda; modelli che attorno al faro tondo ricamano concetti di design avveniristici e innovativi, pur mantenendo un respiro lungo, fuori dal tempo.

PARTENDO DAL PASSATO, erano circa gli anni ‘20, quando i primi fanali di grandi dimensioni iniziarono a prendere il posto, su larga scala, delle piccole luci utilizzate fino ad allora (in pratica, componenti simili a quelle in uso sulle bici). Lo scopo era prevalentemente funzionale: aumentare la polivalenza del mezzo, con la possibilità di affrontare più agevolmente le ore di buio o condizioni atmosferiche impegnative. Solo per citarne alcuni, parliamo di modelli come la A B C 400, la BMW R 32, la Matchless Silver Hawk, la leggendaria Brough Superior, mezzi che iniziavano a tracciare il solco di quella che, dal dopoguerra, si sarebbe affermata come passione dilagante e accessibile al grande pubblico.

UN VETTORE DI ADRENALINA e senso di libertà, in grado di diventare sinonimo di prestazioni anche nella produzione di serie, dapprima con le 3 cilindri inglesi degli anni ‘60, targate BSA e Triumph, poi con la Honda CB 750 a 4 cilindri del 1969, considerata a tutti gli effetti la prima vera supermoto destinata al grande pubblico. Di fatto, la capostipite di una serie di modelli leggendari - targati ad esempio MV Agusta o Laverda, per rimanere in Europa; per non parlare della Kawasaki Z1 900, che seguiva alle furiose 500 Mach III e 750 Mach IV, passando al Giappone - tutti idealmente sintetizzati da quel faro tondo, minimo comune denominatore di emozioni, che ancora oggi rilancia sensazioni motociclistiche impossibili da dimenticare. Al punto da riverberarsi nell’attuale (e di gran moda) universo “modern-classic”, abitato da scrambler, café racer, heritage e neo rétro, in cui le linee del passato tornano a sedurre gli occhi e lo spirito, spinte da meccaniche moderne e performanti.

POI, come accennato poco in alto, c’è chi ha saputo andare oltre. Come ad esempio Honda, che in nome di un passato glorioso sta reinventando interamente un segmento, resistendo alla tentazione di infilarsi nel già saturo filone rétro-style. Nasce così la famiglia di naked “Neo Sports Café”, dove il faro tondo si evolve, ingloba luci a LED, diventa elemento tech alla ricerca di un'inedita grammatica stilistica delle due ruote, capace di guardare al futuro. Filosofia ulteriormente estremizzata nel concept CB4 Interceptorpresentato in occasione di EICMA 2017. Un vero e proprio “ritorno al futuro”, in cui la matita ispirata di Valerio Aiello, Design Section Manager Honda R&D Europe, è andata alla ricerca di una nuova generazione café racer, combinando classe, sportività ed elementi avveniristici, fino a trasformare l’amato faro tondo in una turbina eolica capace di alimentare uno schermo ‘touch screen’, costantemente connesso alla rete. Come dire, il futuro? E' dietro l’angolo!

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