Caschi d'Oro. Arrivabene e la Ferrari: «Voglio la finale 2019»

Il team principal di Maranello a margine della consegna dei premi di Autosprint e Aci: «Abbiamo perso come una squadra in semifinale, si riparte da lì. Leclerc? Ha un talento che dobbiamo proteggere, ma è un'evoluzione per noi e non la rivoluzione»
Caschi d'Oro. Arrivabene e la Ferrari: «Voglio la finale 2019»©  Fuggiano

MILANO - Hanno scambiato tra loro qualche parola prima della cena sotto i flash dei fotografi e poi hanno condiviso lo stesso tavolo, entrambi con completo in giacca e cravatta. Charles Leclerc e Maurizio Arrivabene sono stati i protagonisti della serata riservata ai Caschi d’Oro. Questa volta l’evento è andato in scena a Milano, presso “Garage Italia” e il Team Principal della Rossa non ha potuto mancare all’appuntamento. Sarà anche vero che la stagione si è da poco conclusa, ma la sua mente è già proiettata alla prossima.

TALENTO VINCENTE - Anche per lui è tempo infatti di guardare al futuro e tirare le somme: «Nel prossimo anno preferisco non portarmi le vittorie - ha commentato a sorpresa Iron Maury - ma i successi che sono mancati. È da lì che si riparte per imparare, ma soprattutto per crescere e migliorare. Purtroppo quest’anno abbiamo perso in semifinale, il prossimo vogliamo invece arrivare in finale». Il Team Principal della Rossa non utilizza quindi troppi giri di parole per il 2019, quando all’interno della squadra potrà fare affidamento sulle qualità del giovanissimo Charles Leclerc: «Per un ragazzo come Charles guidare la Ferrari rappresenta una grande responsabilità - ha sottolineato Arrivabene - dovrà imparare a conoscere la squadra ed essere una spugna nell’acquisire il maggiore numero pos sibile di informazioni». Subito dopo Arrivabene esalta le qualità del ragazzo: «Leclerc ha dimostrato di essere un talento, la Ferrari dovrà quindi proteggerlo, affinché non bruci quelle che sono le sue qualità».

RIVOLUZIONE NO - L’arrivo del monegasco a Maranello è senza dubbio un colpo che non passa inosservato. Vietato però parlare di stravolgimenti all’interno dell’organico, un termine che Arrivabene preferisce non utilizzare: «Charles è senza dubbio una rivoluzione per la Ferrari, ma io sono uno di quelli che preferisce le evoluzioni in una squadra - ha puntualizzato il Team Principal - negli ultimi mesi ho infatti preferito lavorare utilizzando il fioretto piuttosto che la sciabola».

ATTESA ROSSA - Adesso che è calato il sipario sul Mondiale, anche Arrivabene si gode le meritate vacanze. Il prossimo appuntamento per la Ferrari sarà la presentazione della macchina e poi in febbraio, quando si tornerà in pista per i test invernali a Barcellona. Sarà l’occasione per vedere in azione l’ultima meraviglia di Maranello: «La nuova macchina l’ho vista soltanto due settimane fa - ha svelato Arrivabene - i tecnici stanno lavorando duramente e solo quando la monoposto scenderà in pista potremo capirne il vero valore. Adesso più che altro sono sensazioni basate sul simulatore». L’ultima battuta è per Sebastian Vettel, chiamato a riscattare un 2018 dal retrogusto amaro: «Seb è il nostro pilota, quello che ci aspettiamo da lui è ciò che si aspetta tutta la squadra: deve ancora esprimere se stesso in Ferrari e noi dobbiamo consentirglielo, metterlo nelle migliori condizioni».

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