Poi c’è il caso Mazzarri. Riassunto dei fatti: subito dopo aver visto Irrati convalidare il gol di Pavoletti (in presa diretta annullato per fuorigioco), dopo circa 3 minuti di analisi del capo Var Banti e dell’assistente Schenone e senza che l’arbitro si recasse a sua volta a visionare il monitor, Mazzarri ha perso definitivamente le staffe. E, chiaramente, non per l’episodio in sé e per sé, ma per l’intera gestione della partita da parte di Irrati e di tutti i suoi collaboratori: in testa sempre Banti, per l’appunto, ma anche il quarto uomo (Dionisi). A quel punto, il tecnico si è sentito definitivamente colpito (e con lui tutto il Toro, naturalmente) da un insieme così palese e insopportabile di ingiustizie (sotto il metro del «due pesi e due misure ») da sbroccare come non mai. Cioè compiendo un gesto clamoroso, proprio per accendere i riflettori sulla gravità dei fatti: il più possibile. Così Mazzarri ha preso armi e bagagli, come si dice, e se n’è andato. Ha lasciato l’area tecnica, si è messo a battere le mani in direzione dei varisti, quindi ha detto: «Me ne vado da solo». E si è allontanato. Subito dopo, però, è tornato indietro: per dare due suggerimenti al volo al vice Frustalupi. Quindi è di nuovo uscito, stavolta definitivamente. Il Torino ha comunicato di aver appreso da fonte diretta, dopo la partita, che «Mazzarri è stato allontanato dall’arbitro».