“Ho pianto moltissimo, è stato un duro colpo”: l’Ibrahimovic che non conosci

Ad AbTalks lo svedese scopre il lato più sensibile. E poi l'addio al calcio giocato, "l'offerta irrinunciabile" di Cardinale e il Milan da dirigente

Zlatan Ibrahimovic, duro dal cuore tenero. L'ex calciatore del Milan oggi è diventato Partner Operativo e Advisor della proprietà del Milan, ovvero RedBird, ed è stato scelto direttamente da Gerry Cardinale in qualità di consigliere operativo. Dal suo nuovo ruolo, a come ci è arrivato, passando però anche ai lati più umani e sensibili di Ibrahimovic quando si tocca l'argomento Mino Raiola: così lo svedese ai microfoni del podcast svedese AbTalks.

Ibrahimovic, da giocatore a dirigente Milan

"Cardinale mi ha fatto un'offerta che non si poteva rifiutare". Così inizia il dirigente rossonero, che prosegue: "Sono al Milan da 3-4 mesi e per la verità sta procedendo bene". Ma com'è stato abbandonare la carriera da calciatore? "Ora ho una vita differente, a causa del mio ego è stato difficile smettere di giocare. Penso di essere ancora il migliore, che potrei continuare... Però ho scelto di dire basta. Il motivo? Voglio una vita bella sia per me che per la mia famiglia, voglio poter fare delle attività con i miei figli, se avessi continuato a giocare non avrei potuto per via dei problemi al ginocchio. Mi sono detto 'lascia stare e inizia un nuovo capitolo della tua vita',  l'ho accettato".

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Ibra ricorda Raiola: "Ho pianto moltissimo quando è mancato"

L'ex attaccante ha quindi ricordato Mino Raiola, scomparso nell'aprile del 2022: "Quando è venuto a mancare per me è stato un duro colpo. Ho pianto moltissimo e ancora adesso a volte mi vengono dei flashback, mi manca troppo. Tutti quelli che conoscono me e lui capiscono quanto eravamo vicini. Se potessi mandargli un messaggio gli direi che mi manca tanto".

Infine un passaggio sul rapporto con sua moglie Helena Sager"Ha rinunciato alla sua carriera per me, accompagnandomi in tutto quello che ha fatto. Il nostro rapporto è al 50 e 50, ovviamente lei si assume più responsabilità in alcune cose e io in altre. La gente può pensare che siamo una famiglia che vive una vita lussuosa, ma lei lava e cucina. L’unico aiuto che abbiamo è una donna delle pulizie. Accompagno i bambini a scuola, li vado a prendere all’allenamento come una famiglia normale, è così che abbiamo scelto di essere. Quando eravamo a Los Angeles solo i miei figli andavano in bicicletta, le altre famiglie avevano delle tate o un autista che accompagnavano e andavano a prendere i bambini. Non è quello che siamo noi".

 

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Zlatan Ibrahimovic, duro dal cuore tenero. L'ex calciatore del Milan oggi è diventato Partner Operativo e Advisor della proprietà del Milan, ovvero RedBird, ed è stato scelto direttamente da Gerry Cardinale in qualità di consigliere operativo. Dal suo nuovo ruolo, a come ci è arrivato, passando però anche ai lati più umani e sensibili di Ibrahimovic quando si tocca l'argomento Mino Raiola: così lo svedese ai microfoni del podcast svedese AbTalks.

Ibrahimovic, da giocatore a dirigente Milan

"Cardinale mi ha fatto un'offerta che non si poteva rifiutare". Così inizia il dirigente rossonero, che prosegue: "Sono al Milan da 3-4 mesi e per la verità sta procedendo bene". Ma com'è stato abbandonare la carriera da calciatore? "Ora ho una vita differente, a causa del mio ego è stato difficile smettere di giocare. Penso di essere ancora il migliore, che potrei continuare... Però ho scelto di dire basta. Il motivo? Voglio una vita bella sia per me che per la mia famiglia, voglio poter fare delle attività con i miei figli, se avessi continuato a giocare non avrei potuto per via dei problemi al ginocchio. Mi sono detto 'lascia stare e inizia un nuovo capitolo della tua vita',  l'ho accettato".

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