Lazio, parla Giordano: "Sarri, problemi con i giocatori. É l'inizio della fine"

L'ex attaccante biancoceleste: "Frizioni da tempo nella spogliatoio, poi i ko hanno causato lo strappo. Il tecnico ha dato le dimissioni in nome delle sue idee"

"Le dimissioni nel calcio sono un gesto singolare e se Sarri ha deciso di darle è perché ha ritenuto fosse arrivato il momento di salutare e farsi da parte. La stagione della Lazio non è stata accompagnata dai risultati che ci si aspettava. Sarri poteva farsi esonerare come fanno molti, invece ha preferito rinunciare a dei soldi in nome delle sue idee. Da tempo comunque si parlava di frizioni all’interno dello spogliatoio e probabilmente le ultime sconfitte hanno provocato lo strappo definitivo". Firmato Bruno Giordano. L’ex bomber e icona laziale (108 gol segnati in 254 presenze) fa un parallelo con la scorsa stagione, nella quale i biancocelesti si erano classificati al secondo posto in Serie A: "Sarri credo sia sempre lo stesso e alleni alla medesima maniera. Non è cambiato da un anno all’altro, ma la verità è che nel calcio la differenza la fanno i giocatori. Pochi calciatori in questa annata hanno reso secondo il loro livello, esprimendo in pieno le proprie potenzialità. Nella stagione precedente Felipe Anderson e Zaccagni erano andati in doppia cifra e quest’anno non si sono ripetuti. E poi sono mancati i gol di Immobile".

Cosa sta succedendo a Ciro?

"Ha 34 anni. Il calo è certamente una questione dovuta all’età: andando avanti nel tempo, perdi smalto sotto porta e un po’ di sprint nei movimenti. In più psicologicamente quando non segni, soffri tantissimo: lo dico per esperienza. Se rimane a lungo a digiuno di reti, una punta finisce sotto pressione e ne patisce. Ciro da questo punto di vista mi sembra molto sensibile".

In molti hanno messo in discussione il mercato condotto dalla società in estate. È d’accordo?

"Sicuramente la perdita di Milinkovic Savic si è fatta sentire. Ci sono pochissimi centrocampisti da 10 gol e 10 assist in Italia. Detto ciò, il club ha fatto investimenti importanti, spendendo soldi veri: nel complesso la rosa di quest’anno è più forte e profonda di quella precedente. Guendouzi è stato un grande acquisto, mentre Kamada mi ha deluso".

La stagione sembra ormai compressa…

"La Champions non è raggiungibile, ma per un posto in Europa League lo spiraglio c’è ancora. Serve un filotto di vittorie. Punterei tutto sulla Coppa Italia: se elimini la Juve, poi hai la finale in casa davanti al tuo pubblico contro squadre di pari livello come Atalanta o Fiorentina. È la strada più semplice per tornare in Europa".

Oltre a Tudor, per la prossima stagione la Lazio sta pensando a Palladino e Gilardino. Sarebbero i nomi giusti per avviare un nuovo progetto?

"Stanno venendo fuori giovani tecnici italiani tutti molto bravi e di buon livello. I grandi allenatori li fanno però le grandi società e i grandi giocatori. Quindi dipenderà soprattutto dai piani della dirigenza. Certamente Gilardino e Palladino stanno esprimendo cose interessanti e meritano di compiere il salto in una squadra importante come la Lazio. Hanno due modi di concepire il calcio diversi, ma entrambi praticano un gioco piacevole accompagnato dai risultati; perché un gioco divertente e offensivo può farlo chiunque, ma senza i risultati diventa fine a se stesso e sono capaci tutti. La differenza sono i successi".

Da grande bomber qual è stato, non possiamo non chiederle su chi punterebbe come centravanti per la Nazionale a Euro 2024.

"Scamacca mi piace molto. Ha bisogno di giocare e trovare continuità, ma è quello con una struttura fisica più internazionale e grandi colpi. Mi intriga maggiormente rispetto ai vari Raspadori, Retegui, Pinamonti e Lucca".

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