La Juve casuale e un progetto da rivedere: le speranze e i problemi oltre Allegri

La qualificazione in Champions League è ancora da conquistare, ma seppure in slow motion la squadra ci sta arrivando e diventa difficile ipotizzare il suicidio sportivo che la potrebbe privare del posto

La Juventus è viva e Federico Chiesa è definitivamente risorto, due premesse che consentono al popolo juventino di coltivare qualche speranza in più per la finale di Coppa Italia e per un epilogo di campionato più dignitoso. Poco altro, perché il pareggio contro la Roma non colma le lacune della squadra e non cambia il giudizio sul terrificante girone di ritorno con appena due vittorie nelle ultime quattordici partite, nelle quali sono stati raccolti altrettanti punti.

La Juve, gli 80 milioni e la "casualità"

Tuttavia sarebbe disonesto non riconoscere una maggiore vivacità e una voglia di vincere che si era molto stemperata negli ultimi mesi. La qualificazione in Champions League è ancora da conquistare, ma seppure in slow motion la Juventus ci sta arrivando e diventa difficile ipotizzare il suicidio sportivo che la potrebbe privare del posto e degli ottanta preziosi milioni. La ricomparsa del vero Chiesa, oltretutto, restituisce alla fase offensiva un’arma più affilata dell’ultimo Vlahovic, anche se la Juventus continua a essere una squadra casuale. Può vincere, perdere o pareggiare qualunque partita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juve e il contributo dei singoli

Può alternare, nel giro pochi minuti della stessa gara, momenti intensi e aggressivi a distrazioni e uno scollamento generale. Può commettere errori grossolani in attacco e in difesa così come infilare gesti tecnici fantastici. Non c’è nulla di coerente nella squadra di Allegri e poco di organizzato, ci sono qua e là estemporanei guizzi offensivi e atti di eroismo difensivo, insomma sono i singoli che accendono e spengono la Juventus in modo stroboscopico.

Juventus, progetto tecnico da rivedere

Diventa, quindi, difficile analizzare la prestazione bianconera in sé: probabilmente fa meno arrabbiare i tifosi, magari ne lascia qualcuno anche moderatamente soddisfatto e speranzoso di zuccherare la stagione con la Coppa Italia, ma non cambia la sensazione che questo progetto tecnico sia da rivedere in modo radicale, che ci siano delle carenze tecniche a centrocampo che non consentono di costruire gioco in modo decente, che non ci sia un’organizzazione per valorizzare i talenti in attacco, che la squadra necessiti di leader più carismatici e severi per essere trascinata fuori dal pantano dove è finita tre mesi fa (e non che prima stesse proprio volando su di un’autostrada).

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Juve, la ristrutturazione e i dibattiti

La società continua a rinviare qualsiasi ragionamento sul futuro al momento in cui l’accesso alla Champions League sarà ufficialmente conquistato, la speranza è che sia solo una strategia comunicativa e che la ristrutturazione della Juventus abbia già un progetto chiaro e lavori avviati. C’è molto da fare, al di là delle limitazioni finanziarie che legheranno un po’ i movimento di Cristiano Giuntoli e dei suoi uomini, anche solo per rimettere le basi sulle quali costruire una squadra vincente, come si aspetta la proprietà e, soprattutto, milioni di tifosi che, in questo momento, si spaccano sul dibattito intorno all’allenatore, ma presto dovranno riflettere in modo meno miope sui problemi che hanno, negli ultimi tre anni, impedito alla Juventus non solo di vincere, ma anche di generare il minimo sindacale di entusiasmo.

De Rossi e l'entusiasmo della Roma

Entusiasmo che non basta alla Roma di Daniele De Rossi, ancora in ballo (e non è una cosa facile) per conquistarsi il suo, di posto in Champions League. De Rossi è bravo, comunica in modo perfetto, allena in modo serio, meriterebbe di restare. Al di là dei risultati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

La Juventus è viva e Federico Chiesa è definitivamente risorto, due premesse che consentono al popolo juventino di coltivare qualche speranza in più per la finale di Coppa Italia e per un epilogo di campionato più dignitoso. Poco altro, perché il pareggio contro la Roma non colma le lacune della squadra e non cambia il giudizio sul terrificante girone di ritorno con appena due vittorie nelle ultime quattordici partite, nelle quali sono stati raccolti altrettanti punti.

La Juve, gli 80 milioni e la "casualità"

Tuttavia sarebbe disonesto non riconoscere una maggiore vivacità e una voglia di vincere che si era molto stemperata negli ultimi mesi. La qualificazione in Champions League è ancora da conquistare, ma seppure in slow motion la Juventus ci sta arrivando e diventa difficile ipotizzare il suicidio sportivo che la potrebbe privare del posto e degli ottanta preziosi milioni. La ricomparsa del vero Chiesa, oltretutto, restituisce alla fase offensiva un’arma più affilata dell’ultimo Vlahovic, anche se la Juventus continua a essere una squadra casuale. Può vincere, perdere o pareggiare qualunque partita.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
La Juve casuale e un progetto da rivedere: le speranze e i problemi oltre Allegri
2
La Juve e il contributo dei singoli
3
Juve, la ristrutturazione e i dibattiti