Tre punti e doppio vantaggio
Una vittoria domenica contro la Roma, dunque, permetterebbe ai bianconeri la fruibilità di un doppio vantaggio: archiviare la questione qualificazione Champions e garantirsi la possibilità di preparare la finale di Coppa Italia con davanti a sè una settimana e mezza libera di ansie mentre l’Atalanta si giocherà le semifi nali di Europa League e la quinta piazza in classifica contro la Roma che aff ronterà i nerazzurri giusto tre giorni prima della finale: una vittoria sui giallorossi innescherebbe così un surplus di animosità in più da parte dei giallorossi contro l’Atalanta in chiave classifica. Con un vantaggio, appunto, in prospettiva, verso la finale del mercoledì successivo alla sfida tra Roma e Atalanta. Discorsi interessati e utilissimi per riempire pagine di giornali, trasmissioni in tv e web tv (perché la Juve regala notorietà a pletore di personaggi) ma alla fine tutto si azzera di fronte a una realtà tanto prosaica quanto ineluttabile: il successo contro la Roma.
Le motivazioni di Allegri
Ed è su questo crinale che Massimiliano Allegri deve dosare bene motivazioni e scelte per evitare di scaricare troppo l’attualità della gara di domenica a scapito della sfida del 15 maggio, la finale all’Olimpico. Insomma, servirà una grande spinta motivazionale per coloro che dovranno scendere in campo contro i giallorossi affinché nessuno di loro coltivi il retropensiero di una possibilità di redenzione nella gare contro la Salernitana o, più in là, contro il Monza. Sì, perché quella di domenica contro la Roma è la più classica delle “Sliding doors” che consente di uscire da un periodo di tensione latente per entrare nella comfort zone dentro alla quale preparare l’appuntamento definitivo della stagione: la finale di Coppa Italia. Allegri lo sa benissimo, tanto più che un successo a Roma contro l’Atalanta gli consentirebbe di chiudere il triennio con un trofeo. Ora devo riuscire a far entrare lo stesso concetto nella testa dei giocatori affinché giochino la gara contro Dybala e compagni come fosse un partita “senza un domani”.