Juve-Milan spettacolo sconfortante: Allegri e Pioli, il ciclo è finito

Brutto, triste e inutile 0-0 nella sfida tra seconda e terza: c’è molto da rifare per entrambe

E c’erano pure tutte le tv straniere collegate! Tratte in inganno dal cartellone che offriva un classico del calcio italiano e, comunque, la sfida fra la seconda e la terza... in teoria. In pratica, è stata una brutta figura di cui il calcio italiano non aveva bisogno, perché se è vero che negli ultimi venti minuti qualcosa, seppure confuso e impreciso, è successo, chissà quanti avranno avuto la forza di arrivarci, al settantesimo. C’è tanta esterofilia negli ultimi tempi, anzi troppa (per la solita nociva tendenza a buttarci giù), tuttavia è impossibile immaginare che in Premier o Liga un match fra due squadre di vertice sia così povero di idee, tecnica ed emozioni.

Juve-Milan una volta...

C’era una volta Juventus-Milan, ieri le vestigia di due imperi diroccati hanno spiegato in maniera plastica l’abissale distacco dall’Inter e il fatto che, nonostante il quinto posto per la Champions, i bianconeri siano ancora lì a fare i calcoli per capire quanto e come rischiano. Ma a urticare l’umore dei tifosi di entrambe le squadre non è il non vincere, la posizione in classifica o il rosicamento per lo scudetto dell’Inter, ma il fatto che queste non sono né la Juventus, né il Milan. Perché questi due club sono anzi devono essere un’altra cosa. Massimiliano Allegri e Stefano Pioli sono i primi a essere sotto accusa e, molto probabilmente, i primi a essere condannati.

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Allegri e Pioli sotto accusa

Non si tratta si sentenze ingenerose, perché hanno grosse responsabilità se le squadre si esprimono così male. Ma sarebbe un verdetto monco se ci si limitasse a individuare colpe solo nei tecnici. I problemi di Juventus e Milan derivano anche da una rosa inadeguata, non solo malgestita. In stagioni come queste, resta sempre il dubbio di dove inizino i limiti tecnici del singolo e dove finiscano le colpe di chi non lo mette nelle condizioni migliori.

Vlahovic e Chiesa sono i due giocatori più forti della Juventus, ma il primo non riesce a trovare la serenità mentale necessaria a esprimere sempre il suo enorme talento; il secondo gioca un calcio sempre più cocciuto, i cui micidiali strappi rischiano di perdere di efficacia se non disciplinati in un gioco di squadra. E lo stesso Yildiz, ieri premiato con una maglia da titolare è apparso impreparato a vestire quella con il dieci, come si dice nelle ultime settimane.

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Una crisi di nervi

E risorge il dubbio: non è pronto o sta affogando anche lui nel pozzo del bislacco girone di ritorno bianconero? Dopodiché, Juve e Milan non abbondano certo di campioni e ci sarà molto da ricostruire sul mercato. Ma prima, per la Juventus, c’è una qualificazione Champions da agguantare e, quindi, l’obbligo di vincere almeno due delle ultime quattro partite per non correre rischi. Sembra facile, ma va ricordato che due vittorie, la Juventus, le ha ottenute nelle ultime tredici giornate ed è una squadra sull’orlo di una crisi di nervi (ieri tra bottigliette scagliate e battibecchi in campo è emersa tutta la tensione che vibra fra i giocatori).

Sullo sfondo c’è la società che attende il finale di stagione per prendere e/o comunicare le decisioni (dall’allenatore in giù), giustamente preoccupata che farlo ora potrebbe destabilizzare l’ambiente, mettendo ancora più in pericolo gli obiettivi (Champions e Coppa Italia). Viene da chiedersi, tuttavia, cosa ci sia ancora da destabilizzare nella situazione attuale e se, forse, un atteggiamento meno passivo non aiutasse all’ultimo faticosissimo colpo di reni.

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E c’erano pure tutte le tv straniere collegate! Tratte in inganno dal cartellone che offriva un classico del calcio italiano e, comunque, la sfida fra la seconda e la terza... in teoria. In pratica, è stata una brutta figura di cui il calcio italiano non aveva bisogno, perché se è vero che negli ultimi venti minuti qualcosa, seppure confuso e impreciso, è successo, chissà quanti avranno avuto la forza di arrivarci, al settantesimo. C’è tanta esterofilia negli ultimi tempi, anzi troppa (per la solita nociva tendenza a buttarci giù), tuttavia è impossibile immaginare che in Premier o Liga un match fra due squadre di vertice sia così povero di idee, tecnica ed emozioni.

Juve-Milan una volta...

C’era una volta Juventus-Milan, ieri le vestigia di due imperi diroccati hanno spiegato in maniera plastica l’abissale distacco dall’Inter e il fatto che, nonostante il quinto posto per la Champions, i bianconeri siano ancora lì a fare i calcoli per capire quanto e come rischiano. Ma a urticare l’umore dei tifosi di entrambe le squadre non è il non vincere, la posizione in classifica o il rosicamento per lo scudetto dell’Inter, ma il fatto che queste non sono né la Juventus, né il Milan. Perché questi due club sono anzi devono essere un’altra cosa. Massimiliano Allegri e Stefano Pioli sono i primi a essere sotto accusa e, molto probabilmente, i primi a essere condannati.

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