La Juve non batte un Milan indifeso e ora scivola quarta se vince il Bologna

Finisce 0-0 allo Stadium con Allegri che prova a vincerla solo nel finale con Chiesa e il tridente, tanti fischi e la possibilità di perdere anche un'altra posizione in classifica

Non ritrova la vittoria la Juve, reduce da due pareggi e una sconfitta (per quanto piacevole visto che ha segnato il passaggio alla finale di Coppa Italia), non la ritrova il Milan che veniva invece da un pareggio e tre ko dolorosissimi (due con la Roma nei quarti di Europa League e il derby). Un pareggio, quello dello Stadium, che lascia sicuramente più rammarico nei bianconeri, che affrontavano un Milan rimaneggiato e rimasto anche senza Maignan nel riscaldamento (problema muscolare) e che la vittoria l’hanno sfiorata soprattutto nel finale, a chiusura di una prestazione in crescendo. Ecco, una prestazione sicuramente superiore alle ultime (non che ci volesse molto) e l’assetto della ripresa con Chiesa esterno e Yildiz vicino a Vlahovic sono i due aspetti in cui la squadra di Allegri può trovare parziale consolazione per la vittoria mancata, nell’ottica di un finale di stagione in cui ci sono una Coppa Italia da conquistare e un terzo posto da difendere, visto che il secondo sembra ormai del Milan, calendario alla mano. Il terzo, invece, diventerà anche del Bologna, se i rossoblù batteranno l’Udinese, perché a quel punto raggiungerebbero la Juve. Un aggancio che assumerebbe contorni simbolici inevitabili, viste le voci sempre più insistenti su Thiago Motta come sostituto di Allegri nella prossima stagione

Juve-Milan, pochi sussulti

Una Juve che Allegri ha provato a lucidare tecnicamente con l’inserimento di Yildiz per Chiesa e lo spostamento di Cambiaso a mezzala al posto di Mckennie, ottenendo una manovra sicuramente più precisa rispetto alle partite con Cagliari e Lazio. E’ però comunque mancata però di un po’ di incisività al momento della rifinitura e della conclusione. Anche perché Thiaw ha montato una guardia spietata su un vivace Vlahovic, come d’altra parte dalla parte opposta ha fatto Weah su Leao, prontamente aiutato da Cambiaso o Gatti. Così il primo tempo è scivolato via scorrevole ma senza sussulti, fino a una punizione con cui Vlahovic ha impegnato Sportiello allo scadere. E ancora di più il portiere rossonero ha dovuto impegnarsi in avvio di ripresa su un diagonale di Kostic e, con l’aiuto del palo, sulla successiva ribattuta di Danilo.

Fiammate ma niente fuoco

Una doppia fiammata dopo la quale le difese hanno però subito ripreso il sopravvento sugli attacchi, vincendo quasi tutti i duelli. Situazione che Allegri ha provato a sbloccare inserendo Chiesa al posto Kostic sulla fascia sinistra e Milik al posto di un Vlahovic uscito contrariato e rientrato negli spogliatoi con una borsa del ghiaccio sul ginocchio destro, mentre Pioli ha inserito Bennacer per Adli. Proprio Milik ha subito imbeccato Chiesa il cui cross ha costretto Sportiello a un’uscita difficile, mentre il Milan ha replicato con un tiro dalla distanza di Loftus-Cheek fuori di poco. Sono stati i cambi bianconeri a rivelarsi più incisivi, con Chiesa più volte pericoloso al cross, non abbastanza però da sbloccare la partita: anche grazie a un’altra parata di Sportiello, un salvataggio di Thiaw e a un colpo di testa angolato troppo da Milik. La Juve ha così pagato di nuovo il difetto antico ma sempre poco sottolineato di non riuscire a concretizzare ciò che crea, certificato dai 10 gol in meno rispetto agli expected gol prodotti (47 contro 56,5 prima della partita). Non è bastato contro il Milan, ma il tridente potrebbe essere la soluzione, nel futuro prossimo o remoto.

 

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