Come sono andate le stagioni della Juve senza coppe europee?

Dal primo anno di Conte al biennio 56-58: quando i bianconeri si sono dedicati solamente al campionato
Come sono andate le stagioni della Juve senza coppe europee?© Juventus FC via Getty Images

La storia sportiva di un club non è mai frutto del caso e quella dei bianconeri è ampiamente dimostrata dagli almanacchi calcistici. Tra le italiane, il record di stagioni consecutive in Europa appartiene ai bianconeri: 20 in totale, dal 1971-1972 al 1990-1991, che diventano 28 inserendo anche la Coppa delle Fiere (in questo caso l’intervallo temporale si amplia fino al 1963-64). Bisogna poi retrocedere di 67 anni, al campionato 1956-57 per rimarcare l’assenza più remota della Juventus dalle competizioni europee: è la squadra di Paulo Amaral che eredita la formazione disordinata di Carlo Parola, artefice di un mezzo disastro. Ma questo è un altro calcio.

Quello di oggi, più complesso e meno prevedibile, vede la Juventus di nuovo fuori dall’Europa dopo l’esclusione dalla Conference. E fare previsioni sulla stagione appena iniziata è difficile. Le quote sulla squadra di Allegri, però, sembrano aver individuato il trend per la Serie A 2023-24, inserendo la compagine torinese nell’alveo delle rose più accreditate per la conquista di un pass per la prossima Champions League, soprattutto in considerazione del fatto che la Vecchia Signora non avrà il doppio impegno settimanale (se non raramente per i match di Coppa Italia). Per consentire agli scommettitori di effettuare delle puntate senza dilapidare il proprio patrimonio personale, gli operatori di betting propongono diversi bonus senza deposito, incentivi che possono essere utilizzati anche per scommettere sulla prossima qualificazione della Juve alla massima competizione europea, che seppur ritenuta molto probabile non appare del tutto scontata.

Stagione 2011-2012: il primo anno di Conte

Tornando al nostro focus principale, il primo anno di Conte alla guida della Vecchia Signora non poteva non essere menzionato. Capitano dei bianconeri negli anni ‘90, Antonio Conte ottiene la panchina della Juventus dopo il 7° posto dell’anno precedente ad opera di Luigi Delneri. É la 79ma stagione in Serie A e la 106ma complessiva in massima serie. La Juve non giocherà in Europa. È l'inizio di un triennio d’oro che porterà in bacheca tre scudetti consecutivi, il primo proprio nella stagione 2011-12 in cui l’assenza dalle coppe diventa un vantaggio strategico per la squadra di Conte. La nuova casa bianconera è lo Juventus Stadium e l’undici in campo dimostra per tutto il torneo una straordinaria compattezza del collettivo in puro stile Conte. Il miglior marcatore è Alessandro Matri con solo 10 reti, seguito a ruota da Mirko Vu?ini? a 9 e Arturo Vidal a 8. In compenso la difesa capitanata dall’estremo Buffon subisce solo 20 reti (16 quelle incassate da Gianluigi e 4 da Storari) a fronte delle 68 realizzate. A fine stagione sono 20 i giocatori andati a segno. In regia c’è un certo Andrea Pirlo. Il tecnico rinuncia al classico 4-2-4 per disegnare prima un 4-3-3 e poi 3-5-2 che esalta appieno le potenzialità dei singoli. A centrocampo Claudio Marchisio compie il salto di qualità conquistando un posto da titolare in Nazionale. Con una striscia di 38 risultati utili da inizio campionato, la squadra ottiene un record storico, battendo quello della miglior serie iniziale di partite senza sconfitte della stagione 1949-1950. Del Piero mette a segno il suo 290° gol con la maglia bianconera e si congeda dal calcio giocato. La Juventus è campione d’Italia con 84 punti. Entra di diritto in Champions. L’unica nota negativa è la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Napoli all’Olimpico. A vincere sono i partenopei per 2-0: sconfitta che mette fine all'imbattibilità assoluta dei bianconeri. L’assenza dall’Europa porta bene all’esordio di Conte, subito effigiato con il primo titolo iridato per la Vecchia Signora.

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Stagione 2007-08: l’anno della rinascita

É il 19 maggio 2007: la Juventus si impone per 5-1 sul campo dell'Arezzo e raggiunge l'aritmetica promozione dopo un anno di inferno in Serie B.

É l’anno di Del Piero, Trezeguet, Camoranesi, Buffon e Nedved che decidono di restare in bianconero nonostante l’onta della retrocessione combinata in seguito alle vicende di Calciopoli. Il ritorno in serie A nella stagione successiva coincide con l’arrivo in panchina di Claudio Ranieri, chiamato a riscattare il blasone di una delle squadre più titolate d’Europa. Ma è proprio l’Europa che manca, considerando che i bianconeri sono esclusi dalle coppe e possono giocarsela con un impegno in meno per la possibile conquista del tricolore. L’unica competizione parallela è la Coppa Italia. Pinturicchio bissa il titolo di capocannoniere dopo esserlo stato anche in B, eguagliando il rendimento di Pablito Rossi. Del Piero segna 21 gol, Trezeguet va in rete 20 volte. É la coppia più prolifica nell'era dei 3 punti a vittoria. Eppure non basta. La Juventus chiude il campionato al 3° posto con 20 vittorie, 12 pareggi e 6 sconfitte per un totale di 72 punti. Il tricolore viene assegnato all’Inter di Roberto Mancini in panchina. In Coppa Italia il cammino dei bianconeri si arresta invece ai quarti di finale proprio contro i nerazzurri: dopo il 2-2 dell’andata, in rimonta a San Siro, la squadra di Ranieri subisce una sconfitta casalinga di misura. La stagione si conclude con un solo traguardo: il ritorno in Champions frutto del 3° posto, subito dietro la Roma.

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Stagione 1991-92: la seconda era Trapattoni

Dopo un decennio in bianconero che va dal ‘76 all’86, Giovanni Trapattoni torna alla corte della Vecchia Signora per sostituire Gigi Maifredi, che nel ‘90-91 riesce ad ottenere solo un 7° posto in campionato.

La Juventus è fuori dall’Europa e Trapattoni ha l’onore di guidare i bianconeri senza l’onere delle coppe. Onere, tanto per dire. Il desiderio di rivalsa accompagna l’intera stagione del Trap. Sulla maglia campeggia l’italianissima UPIM, lo sponsor tecnico è Robe di Kappa. Tra i protagonisti dell’undici in campo ci sono i vari Baggio, Schillaci, Casiraghi, Tacconi, Peruzzi, Júlio César, Jürgen Kohler e l’esordiente Antonio Conte. Il Codino chiuderà la stagione con 18 reti. Il rendimento della Juventus, però, non è all’altezza del Milan di Capello che conquisterà lo scudetto con 8 lunghezze di vantaggio sui bianconeri. L’assenza delle coppe non riesce ad imprimere il cambio di marcia per agguantare il tricolore e un piazzamento in Coppa Campioni. Il secondo posto consente l’accesso all’UEFA mentre in Coppa Italia la Vecchia Signora deve accontentarsi di un altro epilogo deludente. Dopo aver eliminato, in ordine, Udinese, Atalanta, Inter e Milan, è costretta a cedere il passo in finale all'emergente Parma di Nevio Scala: vittoria di misura nella gara di andata al Delle Alpi, sconfitta nel retour match al Tardini per 2-0. La Coppa Italia è dei bianco-scudati.

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Stagione 1962-63: il campionato di Paulo Amaral

Più che storia, preistoria. Paulo Amaral, preparatore atletico della spedizione della nazionale di calcio carioca vincitrice dei campionati mondiali di calcio di Svezia 1958 e Cile 1962, arriva a Torino nel 1962 ed è il primo, con i bianconeri, a schierare la difesa a zona nel calcio italiano.

Ma in attacco c’è un'icona storica del calcio mondiale, Omar Sivori, che quell’anno si laurea capocannoniere della Serie A con 16 reti. La TV è rigorosamente in bianco e nero. Il campionato è quello con la vittoria a 2 punti. Più che storia, preistoria. La Juventus è orfana delle coppe europee in virtù del 13° posto conquistato l’anno precedente da Carlo Parola. Estromessa dalle competizioni internazionali, la squadra di Amaral può concentrarsi interamente sul torneo di casa. Ma l’epilogo non è dei migliori. Nonostante il genio dell’argentino Sivori, vera punta di diamante della Signora, la Juventus chiude la Serie A al secondo posto con 45 punti: l’Inter memorabile di Mazzola, Corso, Suarez e Jair si laurea campione d’Italia con 49 punti. In Coppa Italia i bianconeri eliminano in sequenza Brescia, Foggia & Incedit e Venezia, ma escono di scena ai quarti di finale contro una formazione di Serie B, il Verona. In compenso il secondo posto vale la partecipazione alla Coppa delle Fiere.

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Il biennio 1956-58 con Teobaldo Depetrini e Ljubisa Brocic

Se la stagione ‘62-63 è preistoria, retrocedere al biennio ‘56-58 diventa ancora più intrigante. Teobaldo Depetrini eredita nel ‘56 la squadra di Sandro Puppo che conclude il campionato al 12° posto della Serie A con l’ovvia esclusione da ogni competizione europea.

Depetrini riesce a migliorare il piazzamento del club rispetto all’anno precedente, ma solo di 3 posizioni, portando i bianconeri al 9° posto: l’equivalente di una nuova esclusione dalle coppe. Nel ‘57 tocca a Ljubisa Brocic, tecnico Jugoslavo che riesce a capitalizzare nel migliore dei modi l’assenza delle partite in Europa. La Juventus si laurea campione d’Italia conquistando il 10° titolo nazionale. Considerando le vicende sportive della Vecchia Signora negli ultimi 67 anni di Serie A, il bilancio dei bianconeri è piuttosto eloquente. La mancata partecipazione alle coppe europee, in 4 circostanze, è valsa 2 titoli: nel 2011-12, quando la formazione di Conte ha conquistato il suo 28° tricolore, e sotto la guida di Brocic. Un eloquente 50-50, per scomodare percentuali e statistiche. La Juventus di quest’anno avrà lo strano vantaggio di avere meno pressioni. Ma Allegri resta cauto: “Le favorite per lo scudetto sono Inter, Napoli e Milan. Noi dobbiamo migliorare e concretizzare di più”.

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La storia sportiva di un club non è mai frutto del caso e quella dei bianconeri è ampiamente dimostrata dagli almanacchi calcistici. Tra le italiane, il record di stagioni consecutive in Europa appartiene ai bianconeri: 20 in totale, dal 1971-1972 al 1990-1991, che diventano 28 inserendo anche la Coppa delle Fiere (in questo caso l’intervallo temporale si amplia fino al 1963-64). Bisogna poi retrocedere di 67 anni, al campionato 1956-57 per rimarcare l’assenza più remota della Juventus dalle competizioni europee: è la squadra di Paulo Amaral che eredita la formazione disordinata di Carlo Parola, artefice di un mezzo disastro. Ma questo è un altro calcio.

Quello di oggi, più complesso e meno prevedibile, vede la Juventus di nuovo fuori dall’Europa dopo l’esclusione dalla Conference. E fare previsioni sulla stagione appena iniziata è difficile. Le quote sulla squadra di Allegri, però, sembrano aver individuato il trend per la Serie A 2023-24, inserendo la compagine torinese nell’alveo delle rose più accreditate per la conquista di un pass per la prossima Champions League, soprattutto in considerazione del fatto che la Vecchia Signora non avrà il doppio impegno settimanale (se non raramente per i match di Coppa Italia). Per consentire agli scommettitori di effettuare delle puntate senza dilapidare il proprio patrimonio personale, gli operatori di betting propongono diversi bonus senza deposito, incentivi che possono essere utilizzati anche per scommettere sulla prossima qualificazione della Juve alla massima competizione europea, che seppur ritenuta molto probabile non appare del tutto scontata.

Stagione 2011-2012: il primo anno di Conte

Tornando al nostro focus principale, il primo anno di Conte alla guida della Vecchia Signora non poteva non essere menzionato. Capitano dei bianconeri negli anni ‘90, Antonio Conte ottiene la panchina della Juventus dopo il 7° posto dell’anno precedente ad opera di Luigi Delneri. É la 79ma stagione in Serie A e la 106ma complessiva in massima serie. La Juve non giocherà in Europa. È l'inizio di un triennio d’oro che porterà in bacheca tre scudetti consecutivi, il primo proprio nella stagione 2011-12 in cui l’assenza dalle coppe diventa un vantaggio strategico per la squadra di Conte. La nuova casa bianconera è lo Juventus Stadium e l’undici in campo dimostra per tutto il torneo una straordinaria compattezza del collettivo in puro stile Conte. Il miglior marcatore è Alessandro Matri con solo 10 reti, seguito a ruota da Mirko Vu?ini? a 9 e Arturo Vidal a 8. In compenso la difesa capitanata dall’estremo Buffon subisce solo 20 reti (16 quelle incassate da Gianluigi e 4 da Storari) a fronte delle 68 realizzate. A fine stagione sono 20 i giocatori andati a segno. In regia c’è un certo Andrea Pirlo. Il tecnico rinuncia al classico 4-2-4 per disegnare prima un 4-3-3 e poi 3-5-2 che esalta appieno le potenzialità dei singoli. A centrocampo Claudio Marchisio compie il salto di qualità conquistando un posto da titolare in Nazionale. Con una striscia di 38 risultati utili da inizio campionato, la squadra ottiene un record storico, battendo quello della miglior serie iniziale di partite senza sconfitte della stagione 1949-1950. Del Piero mette a segno il suo 290° gol con la maglia bianconera e si congeda dal calcio giocato. La Juventus è campione d’Italia con 84 punti. Entra di diritto in Champions. L’unica nota negativa è la sconfitta in finale di Coppa Italia contro il Napoli all’Olimpico. A vincere sono i partenopei per 2-0: sconfitta che mette fine all'imbattibilità assoluta dei bianconeri. L’assenza dall’Europa porta bene all’esordio di Conte, subito effigiato con il primo titolo iridato per la Vecchia Signora.

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