Juve, Morata: il Var non sbaglia, ma chi ferma l'azione può sbagliare

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Juve, Morata: il Var non sbaglia, ma chi ferma l'azione può sbagliare© ANSA

Care amiche e cari amici di Tuttosport,

Il Var sul fuorigioco, che annulla i gol per 6 centimetri, è giusto o no? E' GIUSTISSIMO. Va difeso. E non si può tornare indietro. Lasciate perdere il «non è più calcio» o «così si uccide lo spirito». Qualsiasi strumento della tecnologia che garantisce maggiore certezza nel giudizio è un regalo del Dio del calcio ai miliardi di tifosi, perché dove c'è certezza non c'è polemica e dove non c'è polemica c'è maggiore godimento dello spettacolo. Lo sport è fantastico proprio perché è una «questione di centimetri» (Tony D'Amato, Ogni maledetta domenica), quindi lo spirito è salvo. Attenzione, però, i centimetri devono essere certi. Altrimenti si torna alla discrezionalità umana.

Proviamo un po' a capire come funziona il Var sul fuorigioco. L'ex arbitro Luca Marelli, ormai una star dei social, lo ha spiegato molto bene (come spesso gli capita) in un suo video nel quale illustrava la tecnologia con la quale un computer analizza la posizione dei giocatori, ne proietta sul campo l'ultima parte del corpo utile per calcolare il fuorigioco (ovvero la parte del corpo con la quale è possibile giocare il pallone: no braccia e mani, quindi) e da quella posizione traccia le famigerate stanghette. Quel meccanismo, gestito da un software affidabile, è da considerarsi quasi infallibile, nel senso che esiste, come in tutto, un margine di errore, ma è infinitesimale e si può accettare. Quindi il tracciamento delle righe per definire una posizione di fuorigioco è da considerarsi corretto (poi se uno è complottista può trovare del marcio anche lì, per carità).

Il problema è che dentro quel software infallibile ci finiscono delle informazioni che rischiano, invece, di essere fallaci, compromettendo quindi la bontà della risposta finale. Mi spiego: chi e quando decide di fermare l'azione per poi consentire al computer di calcolare le righe? Un essere umano al Var. Come lo decide? Sulla base del regolamento e delle immagini a disposizione. Il regolamento dice che il momento in cui calcolare le posizioni è quello in cui il compagno tocca il pallone (non quando si stacca, attenzione). Quindi chi è al Var deve trovare il fotogramma esatto in cui l'autore del passaggio tocca il pallone, in quel momento ferma tutto e chiede al computer il responso.

Ma come fa a deciderlo? Sulla base delle immagini, abbiamo detto. Ma le immagini a che velocità sono girate? Dipende... In genere le immagini televisive sono a 25 fps, ovvero "25 frame per second", 25 fotogrammi al secondo. Dunque, spezzettano un secondo in 25 momenti fotografati ogni 4 centesimi di secondo.
Calciando un pallone si muove il piede a 5 metri al secondo, il che significa che 5 centimetri ogni centesimo di secondo, quindi che tra un fotogramma e l'altro di una telecamera a 25 fps il piede può essersi spostato fino a 20 centimetri, che fa una bella differenza se si deve calcolare l'attimo esatto in cui il piede tocca il pallone. Nel frattempo, infatti, anche l'uomo che sta per ricevere il passaggio si muove. Spostandosi velocemente in area, un calciatore può muovere il piede di 2,7 centimetri ogni centesimo di secondo, il che significa che fra un fotogramma e l'altro può essersi spostato di quasi sei centimetri, che è la misura del fuorigioco di Morata contro il Barcellona. La scelta di un fotogramma piuttosto che un altro, ovvero la scelta di due immagini separate da 4 centesimi di secondo, possono fare la differenza fra un gol buono e uno annullato e non è un computer a sceglierle, ma un occhio umano che deve stabilire l'attimo esatto in cui Cuadrado (per restare nell'esempio di Juventus-Barcellona) tocca il pallone per l'assist a Morata. Un frame prima e la scarpa è in fuorigioco, un frame dopo e non lo è più. Come si fa essere sicuro di aver pescato quello giusto? I guardalinee di una volta raccontavano che un trucco è usare anche l'orecchio, perché in certi casi lo schiocco aiuta a isolare l'attimo in cui scrutare le posizioni. Inserire i microfoni nella procedura Var? Non esageriamo e non complichiamo le cose ulteriormente, però il tema esiste.

Perché decidere quando fermare le immagini per calcolare il fuorigioco è determinante e paradossalmente abbiamo un computer che calcola perfettamente le posizioni, ma dentro immettiamo informazioni che non possono essere sicure al cento per cento perché non abbiamo immagini altrettanto perfette. Con le telecamere che forniscono il cosiddetto super slow motion, i fotogrammi per secondo possono arrivare tranquillamente a 300 decuplicando quindi la precisione, ma non tutte quelle che riprendono sono di quella qualità e, per esempio, anche l'illuminazione dello stadio ne compromette la precisione.

Insomma, non si può tornare indietro, la tecnologia aiuta gli arbitri, i giornalisti e i tifosi a fare più chiarezza, ma quando si inizia a parlare di centimetri bisognerebbe avere righelli più precisi per misurarli.

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