TORINO - Il presidente della Uefa, Aleksander Ceferin, ha di recente usato affermazioni piuttosto indicative. «Abbiamo due squadre francesi che giocano in Champions League e ora staranno ferme fino ad agosto. Non so se sia buono, per loro, non giocare e poi andare a competere in partite così difficili e importanti. Ma questa non è una mia decisione e la rispettiamo. Dobbiamo farlo e, naturalmente, i club devono rispettare la decisione del governo. Non ci occuperemo della situazione, perché spetta a diversi organismi in Francia». E il presidente del Lione, Jean-Michel Aulas, era stato ancora più chiaro: «Le avversarie ci tritureranno».
Quanto sta accadendo nella vicina Francia, però, con i campionati bloccati (tra polemiche e perplessità) non può lasciare indifferenti in Italia, così come - più ancora - non possono lasciare indifferenti i continui ribaltamenti di fronte che ci sono in ambito nostrano. Trattasi di complicanze in virtù delle quali diventa davvero difficile sbilanciarsi e accantonare remore di sorta. Il «servono più garanzie, è ancora presto per dare una data della ripartenza del calcio» pronunciato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, del resto, ancora riecheggia.