Sarri: "Impossibile non amare la Juve. Noi favoriti? Leggete i numeri!"

Il tecnico bianconero ha parlato in diretta sul canale YouTube del club: "Questa squadra riceve tanto amore e tanto odio in ogni parte d'Italia. Ciò crea attaccamento, diventi gobbo. Quando tornare a giocare? Spero prima dell'estate, poi tutta una tirata di 15 mesi"
Sarri: "Impossibile non amare la Juve. Noi favoriti? Leggete i numeri!"

TORINO - "L'ultimo anno in cui ero a Empoli lessi un articolo di Veronesi che mi fece grande effetto. Mi ricordò anche una cena di poco tempo prima in cui c'erano tanti piatti toscani che avevo fatto con Gianni Mura, un'esperienza forte, sia da un punto di vista intellettuale, che materiale, perché con lui era impegnativa. Mi fanno ancora tantissima impressione sia le parole di Veronesi che l'esperienza con Mura". Ospite del 14° episodio di "A casa con la Juve", sul canale YouTube del club, c'è il tecnico bianconero Maurizio Sarri. "Vino? Rigorosamente rosso, persino col pesce - prosegue l'ex allenatore di Napoli e Chelsea -. Dove si mangia meglio? Io penso che in Toscana si mangia e beve dappertutto. Io sono cresciuto a Figline Valdarno, a Firenze sud, perché d'estate stavo dai nonni, molto vicino allo stadio. Non ci sono differenze nelle abitudini di mangiare e bere tra noi e Prato. A Carmignano c'è uno dei vini più buoni italiani. Io l'ho ordinato e domani me ne arriva una cassa".

Buffon, accordo con Agnelli: rinnovo con la Juve!

Sarri e la scaramanzia

"Aneddoti legati alla scaramanzia? Io penso che noi facciamo un lavoro talmente legato agli episodi, che le nostre sorti siano legate alle prestazioni di altre persone, e in queste situazioni la mente diventa scaramantica. Non penso esistano allenatori e calciatori totalmente avulsi dalla scaramanzia. Di episodi ce ne sono duemila. Mi ricordo quando allenavo in Eccellenza in Toscana, avevo la fissazione di mettere la macchina sempre nello stesso punto. I ragazzi se ne erano accorti e a volte mi mettevano volutamente una macchina lì. Io gli dissi 'Ti do 3 minuti per spostarla o te la sposto io'. Non lo fece e io misi la prima. Da quel giorno nessuno lo fece più. Poi quella partita vincemmo 2-0, quindi non poteva proprio dirmi niente. Ognuno ha le sue fissazioni, penso valga anche per gli scrittori, perché la riuscita di un libro dipende da piccoli fattori. Ci sono libri bellissimi che non hanno successo ed altri banali che hanno grande successo: dipende tutto dagli episodi ed è normale che ognuno si aggrappi alla scaramanzia".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarri e l'incontro con Dustin Hoffman

"Al bar di Figline succedeva di tutto. Lì diventata tutto un cazz***io. Un giorno passa uno e dice 'Guardate quello, sembra Dustin Hoffman', e lo chiama. Questo si gira e dice 'Sì sono io, che c'è?'. A Figline da un po' di tempo abita Sting e Dustin era ospite da lui. Ho avuto la fortuna di imbattermi in una professoressa di italiano che mi ha inculcato la voglia di leggere. Si rese conto che mi annoiavo delle lezioni normali e mi disse di leggere, interrogandomi su quello. Da lì ho sempre proseguito, da giovane ero folle, ho tentato di leggere tutto l'Ulisse di Joyce, poi mi sono dedicato a Bukowski, ho letto quasi solo lui da 20 a 30 anni. Scrittore duro e crudo, secco, ma di grande spessore. Ho una domanda che ho fatto anche a De Giovanni. Ho bisogno di sapere qual è il percorso mentale di uno scrittore e come nasce un racconto. Se uno parte da un'idea di fondo, sull'evoluzione del racconto, o se ha solo un punto di partenza che poi cambia man mano. Mai nessuno ha saputo rispondermi bene a questo". 

Sarri: "Andrò a Roma per la Coppa Italia e ovunque in Europa"

Veronesi soddisfa la curiosità di Sarri: "Lo sviluppo è compreso sin dal suo primo manifestarsi. Mi muovo sempre in un'unica direzione appena tocco la tastiera, ma dipende dal genere. In un giallo bisogna dare soddisfazione al lettore. Ma nella narrativa c'è un'idea formata nel suo nascere, ma senza consapevolezza, le cose cambiano durante la stesura. Quasi mai il titolo messo all'inizio resiste fino alla fine". Ancora Sarri: "Il primo luogo da visitare quando finirà l'emergenza? Roma per la finale di Coppa Italia e qualsiasi sede in Europa, perché significherebbe che siamo andati avanti in Champions".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarri: "Il Milan di Sacchi stava 20 anni avanti"

Si torna sul discorso culinario: "La ribollita la mangiavo con la zuppa con mia nonna. Che cuoco sono? Scarso. Nell'ultimo periodo mi sta prendendo un po' la fantasia, ma il livello attuale è scadente. Mi oriento più sui primi, ma pensandoci bene, mi piacerebbe di più diventare bravo coi secondi". Sul calcio: "Cosa guardo ora? Non ho la testa completamente libera per lavorare. Riguardo partite nostre per scandire le idee. Quando si riguardano da distaccato hai un'idea completamente diversa. Pensare che l'estate la faremo, speriamo, giocando, mi trasmette la sensazione che questo sia il momento giusto per staccare. Faremo 14-15 mesi senza pausa. Ora penso a leggere, soprattutto questo, e sto nella mia fase di romanzi gialli. Rivedo anche qualche partita vecchia, soprattutto del Milan di Sacchi, e mi rendo conto che stava 20 anni avanti. Ho mai pianto di gioia per il calcio? Ho pianto più per sofferenza, visto che vinto poco a grandi livelli, poi in provincia ho vinto 7-8 campionati. Mi è capitato di tornare a casa e piangere, fa parte della passione di chi fa questo mestiere, provi grandi gioie e grandi dolori. Quando torni a casa, da solo, e fai i conti con te stesso, capita di piangere. Ma è normale, non è segno di debolezza, anzi, è sintomo di forza. Ed è la base per porsi nuovi obiettivi".

Sarri: "Al Chelsea ho avuto rapporti conflittuali"

Sulla musica: "Sono più per i Rolling Stones, molto meno per i Beatles". Il mister si accende nel frattempo la quarta sigaretta della diretta. "Più vai in alto è più è difficile relazionarsi con i calciatori, ma fino a un certo punto. Cambiano le qualità tecniche, ma non quelle umane dei ragazzi, che hanno 20-30 anni e che sono tutti uguali in tutte le categorie. Io ho avuto un rapporto conflittuale nello spogliatoio del Chelsea per 4-5 mesi, poi quando ho detto loro che sarei andato via dopo la finale di Europa League io ho pianto e lo stesso molti di loro, perché alla fine il rapporto forte si era creato. Io sono uno che se fai male te lo dice in faccia e se fai bene ti dico 'Bravo' quando ti passo davanti. Parlo più di quello che sbagliano, forse, rispetto a quello che fanno fatto bene, e questo magari lo pagano all'inizio. Poi ti capiscono e lo apprezzano. I rapporti più veri che ho ora nel mondo del calcio, sono quelli con calciatori che facevo giocare poco. Questo significa che i ragazzi, una volta che assorbono il mio carattere, riconoscono le mie qualità. Se mi chiedono consigli calcistici e di vita? Sì, soprattutto quelli che stanno smettendo, mi chiedono consigli sull'esperienza che stanno facendo. Alcuni mi dicono 'Ho 33 anni, sto per smettere, posso venire nel tuo staff perché vorrei fare l'allenatore?'. Altri mi hanno chiamato per problemi di vita, di rapporti con la famiglia, con la moglie. Quando instauri un rapporto, ti vedono come un punto di riferimento. Purtroppo, perché significa che sono molto più vecchio".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Sarri: "Quando sei alla Juve è impossibile non amarla"

"In questo periodo di quarantena ho visto che mio figlio, musicalmente, si è avvicinato molto a me. Fino a qualche anno fa sentiva con i suoi amici roba imbarazzante. Gli dicevo di mettere musica anni '70 e mi diceva che ero vecchio. Adesso invece quando fanno le cene a casa mettono sempre musica anni '70 e gli dico che sono fortunati, perché artisti così non esistono più. È stata una bella rivincita. Poi ho rivisto un film sul calcio, su un bambino che si innamora dell'Arsenal e vive per questa squadra. Quando parla con la moglie non le parla della prossima vacanza ma della prossima stagione. Lei non dico che arriva ad innamorarsi della squadra, ma comprende il suo amore. Lui arriva a rifiutare il lavoro da vicedirettore di una scuola per lo Scudetto. Dice 'Abbiamo vinto dopo 18 anni, che me ne frega del lavoro?'. Cosa mi ha colpito della Juve? Che è circondata di amore e di odio in qualsiasi posto d'Italia. È qualcosa che si riesce a comprendere solo quando vivi il mondo Juventus. Noi siamo sempre quelli favoriti dagli arbitri, poi vedi i numeri e dicono cose diverse. Sono stato fischiato a Napoli, dove sono nato, ho dato tutto e non ho vinto solo perché sono scarso. A Firenze hanno insultato mia mamma, questo fa capire quanto odio c'è per la Juve. E questo ti fa attaccare alla squadra. Diventi gobbo. E lo fai perché ti senti ataccato e ti leghi al contesto. Poi c'è anche l'amore che si riceve ovunque, e questa è una cosa molto bella".

Sarri: "Non vivrei mai in Inghilterra, ma che bella la Premier!"

"Cosa rimpiango dell'Inghilterra? Lì danno più opportunità ai giovani, ma io al di là del calcio non ci vivrei mai, io voglio stare in Toscana e possibilmente in Valdarno, sono attaccatissimo alla mia terra. Dicevo a Zola 'Ma c***o sei sardo, come fai a vivere là?'. E lui diceva che ormai figli si erano abituati. Dell'Inghilterra mi manca il calcio, la Premier, l'atmosfera che si vive. In un anno non ho mai sentito un coro contro, solo un grande tifo per la propria squadra. E questo si ripercuote fuori lo stadio, dove i tifosi, anche avversari, arrivano tutti insieme, quelli dell'altra squadra ti chiedono l'autografo. Non c'è mai differenza se giochi campionato, FA, Coppa d'Inghilterra o in Europa, gli stadi sono sempre pieni e sono bellissimi, così come tutte le strutture".

© RIPRODUZIONE RISERVATA

TORINO - "L'ultimo anno in cui ero a Empoli lessi un articolo di Veronesi che mi fece grande effetto. Mi ricordò anche una cena di poco tempo prima in cui c'erano tanti piatti toscani che avevo fatto con Gianni Mura, un'esperienza forte, sia da un punto di vista intellettuale, che materiale, perché con lui era impegnativa. Mi fanno ancora tantissima impressione sia le parole di Veronesi che l'esperienza con Mura". Ospite del 14° episodio di "A casa con la Juve", sul canale YouTube del club, c'è il tecnico bianconero Maurizio Sarri. "Vino? Rigorosamente rosso, persino col pesce - prosegue l'ex allenatore di Napoli e Chelsea -. Dove si mangia meglio? Io penso che in Toscana si mangia e beve dappertutto. Io sono cresciuto a Figline Valdarno, a Firenze sud, perché d'estate stavo dai nonni, molto vicino allo stadio. Non ci sono differenze nelle abitudini di mangiare e bere tra noi e Prato. A Carmignano c'è uno dei vini più buoni italiani. Io l'ho ordinato e domani me ne arriva una cassa".

Buffon, accordo con Agnelli: rinnovo con la Juve!

Sarri e la scaramanzia

"Aneddoti legati alla scaramanzia? Io penso che noi facciamo un lavoro talmente legato agli episodi, che le nostre sorti siano legate alle prestazioni di altre persone, e in queste situazioni la mente diventa scaramantica. Non penso esistano allenatori e calciatori totalmente avulsi dalla scaramanzia. Di episodi ce ne sono duemila. Mi ricordo quando allenavo in Eccellenza in Toscana, avevo la fissazione di mettere la macchina sempre nello stesso punto. I ragazzi se ne erano accorti e a volte mi mettevano volutamente una macchina lì. Io gli dissi 'Ti do 3 minuti per spostarla o te la sposto io'. Non lo fece e io misi la prima. Da quel giorno nessuno lo fece più. Poi quella partita vincemmo 2-0, quindi non poteva proprio dirmi niente. Ognuno ha le sue fissazioni, penso valga anche per gli scrittori, perché la riuscita di un libro dipende da piccoli fattori. Ci sono libri bellissimi che non hanno successo ed altri banali che hanno grande successo: dipende tutto dagli episodi ed è normale che ognuno si aggrappi alla scaramanzia".

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...