Cristiano Ronaldo apre la sua casa per TVI: la Juve, la Champions, il ritiro...

Intervista con la spettacolare vista sulla città. CR7 parla della famiglia, del caso Mayorga, del pallone d'Oro, se sarà ancora padre, se giocherà fino a 40 anni...
Cristiano Ronaldo apre la sua casa per TVI: la Juve, la Champions, il ritiro...

TORINO - Cristiano Ronaldo apre la sua casa per TVI e presenta la nuova vita da torinese, la sua Juventus che punta a tutto, il rivale di sempre Lio Messi, la nuova star Joao Felix, definito da molti il nuovo CR7. E in un video c'è anche la visita alla vecchia foresteria di Lisbona dove ha passato la gioventù, lontano da casa per diventare un campione con lo Sporting e poi spiccare il volo per Manchester, Madrid e infine Torino. «Mio figlio Cristianinho non poteva crederci che io fossi cresciuto lì. Ma per diventare un grande calciatore serve lavorare duro, ed è questo che sto cercando di fargli capire. La gente pensa che tutto sia facile in questa vita. Le case, le macchine, i vestiti... che tutto ciò cada dal cielo. Ma quello che cerco di instillare in mio figlio o quando faccio eventi nelle scuole è che solo il talento non basta. Con lavoro e dedizione su può ottenere tutto ciò che si vuole. Sono cresciuto a Madeira, non in una famiglia povera però, normale. Mamma e papà lavoravano, non mi è mai mancato nulla, non ho mai saltato un pasto. Certo, non avevo la scarpe firmate di adesso...». L'intervista esclusiva della tv portoghese è filmata con la spettacolare vista sulla città e le Alpi da corollario. Quando CR7 arriva, si sentono i bimbi in sottofondo. Poi si parte. Il fuoriclasse parla della famiglia, rivela se sarà di nuovo padre, si mostra orgoglioso della casa, del club, dello staff, della giornata scandita dalla massima professionalità anche a tavola perché vuole continuare a essere il migliore, vuole anche i Mondiali del Qatar e vuole continuare ad alzare trofei in maglia bianconera.


I SOLDI - «Non ho bisogno del calcio per vivere bene, sono tranquillo a livello finanziario. Quello di cui ho bisogno sono progetti allettanti e quello della Juve lo è. Mi è sempre piaciuta questa squadra, è la migliore in Italia e fra le migliori al mondo, ha sempre combattuto per imporsi in Europa. E dopo aver vinto in Inghilterra e Spagna, ho vinto anche in Italia e sono felice di essere qui. Tutti vogliono conquistare la Champions, anche noi, ma non dobbiamo viverla come un'ossessione, lasciamo che le cose facciano il loro corso e andiamo passo per passo. E poi bisogna ricordare che i soldi non fanno grandi le squadre. Guardate da quanti anni Barcellona, Bayern o Psg non vincono la Champions».

LA SCONFITTA - «Qualche anno fa stavo peggio. Se perdevo, a volte non cenavo, entravo in stanza e ne uscivo il giorno dopo. Con la maturità, ho imparato che la cosa più imortante nella vita non è il calcio. Ovviamente devi essere concentrato, perché è il tuo lavoro, ma puoi anche disconnetterti. Georgina non sa nulla di calcio e ne sono contento. Ragiona come me e mi appoggia nelle scelte, come quella di venire a Torino. Anche lei adora le sfide».

IL RITIRO - «Potrei chiudere la carriera il prossimo anno ma potrei giocare anche fino a 40, 41 anni. Non so, quello che dico sempre è che bisogna godersi il momento. Il presente è eccellente e devo godermelo. Credo che nessun giocatore detenga più record di me. Non è stato facile lasciare Madrid. Ho vissuto lì per nove anni, il 60% della mia carriera, ho alzato 17 trofei, era diventato tutto una routine. Ma volevo una sfida diversa e sono molto felice di essere qui. Lasciare Madrid è stato ancora più complicato per mio figlio Cristianinho perché lì aveva i suoi amici ma lo preparavo da mesi. Capiva che c'era la possibilità che il padre lasciasse il Real, non ci credeva ma sapeva che poteva succedere. Sono una persona a cui non piace rimanere in una comfort-zone e Madrid lo era abbastanza. Volevo una nuova sfida. Adattarci è stato semplice e Cris parla quattro lingue, anche meglio di me. Comunque in squadra molti parlano spagnolo e inglese. E' una sfida diventare il giocatore con più militanza, ma ci sono altre priorità nella vita. Ci sono i bambini, c'è una donna. Vale la pena affrontare questo sacrificio? Ma certo amo le sfide e perfezionarmi».

I PREMI - «Ho vinto tanto. E molte volte in cui non ho vinto, ho sentito che era giusto.  Altre volte no. Chi vince, ha sempre ragione e io sono uno dei migliori nel mio lavoro, sono ormai nella storia del calcio. Non è un caso se io e Messi siamo gli unici ad aver vinto cinque Palloni d'Oro. Sono ossessionato dal successo. . E' il mio lavoro, ma se non vinco il mondo non finisce. E ho ancora le motivazioni per cercare di affermarmi ancora, a livello di squadra e individuale, altrimenti avrei già smesso. Sarebbe facile, perché non mi manca nulla, ma quello che mi muove è la passione per il calcio e la mia voglia di vincere. Il lavoro è tutto, anche i premi Nobel sono grandi lavoratori... Mi piace imparare dagli altri atleti, come Obikwelu. Mi piace copiare i buoni esempi».

ANNO DURO - Il caso fisco e il caso Mayorga hanno segnato la passata stagione, ovvio. «E’ stato un anno molto difficile, forse il più difficile dper me, ma non professionalmente parlando. Quando le persone mettono in dubbio il tuo onore, fa male, soprattutto perché ho una grande famiglia, una compagna, quattro figli, uno di 9 anni che è intelligente e capisce già: in casa entrava di tutto per colpa di un giornale, è stato davvero difficile, questa vicenda ha provato tutta la mia famiglia. E' un caso del quale non mi sento a mio agio a parlare, ma grazie al cielo si è dimostrato che sono innocente. I miei amici, i miei cari e quelli che mi amano sapevano che ero innocente. Sono orgoglioso di loro, per come hanno reagito. Lo sono una volta di più». 

L'EDUCAZIONE - «Cerco di non pensare troppo a questo mondo in cui viviamo, che non mi piace molto, con i social netwokr e la facilità di finire su Internet, i cellulari, la playstation. Come padre, mi adatto, ma non mi identifico»

IL VALORE - CR7 parla anche di Joao Felix, il nuovo craque nell’Atletico in un ambiente non facile, con la critica spagnola e di Madrid, comunque difficile per un portoghese. Sul mercato che impazza con cifre da capogiro anche per i difensori. «E’ difficile dire quanto valgo io. Oggi qualunque giocatore costa 100 milioni, senza aver ancora dimostrato nulla. Joao  è un caso a parte. Ma se guardi i difensori venduti  a tanto e portieri a 75 milioni... E’ il mercato di adesso, è il momento che viviamo. Forse allora io  valgo 3-4 volte tanto. Il mio subconscio agisce, adesso: do il 75-80 per cento e non più il cento per cento, sono sincero. Comunque, sono motivato come fosse il primo giorno, voglio vincere tutto con la Juventus, la Champions, certo. E il mondiale 2022  sarà spettacolare». Ma si ritira o no?

 

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