Se Barella va nella scia di Ranieri, Klopp e della Roma a Udine

Ci sono momenti in cui il calcio riesce a riappropriarsi della propria identità collettiva, a seconda delle circostanze e degli uomini sanno esserne protagonisti
Se Barella va nella scia di Ranieri, Klopp e della Roma a Udine© Inter via Getty Images

La scena è diventata subito virale sul web. Milano, 23 aprile 2024, la notte della Seconda Stella interista. Al balcone si affacciano alcuni neocampioni d'Italia. Fra questi, Dumfries, Barella e Calhanoglu. Dai tifosi sottostanti parte un coro becero e volgare contro Theo Hernandez, espulso insieme con Dumfries per reciproche scorrettezze nel finale del derby. Barella prende il megafono, fa ampi cenni con le braccia, come per dire: piantatela! Stronca la gazzarra e lancia un altro coro, inneggiante a Dumfries. I fan gli vanno dietro, quasi fosse il loro pifferaio magico e le contumelie indirizzate al milanista cessano subito. Al tempo in cui festeggiare un trofeo insolentendo gli avversari, sembrava essere l'urticante riflesso condizionato dei barbari, Barella è andato controcorrente, guadagnandosi rispetto e stima. E dimostrando che un altro calcio è possibile, dentro e fuori dagli stadi. Nicolò è nato a Cagliari il 7 febbraio 1997. Da cinque stagioni gioca nell'Inter, della quale è il vicecapitano (230 partite, 22 gol,  2 scudetti, 2 Coppe Italia, 3 Supercoppe di Lega), è campione d'Europa in carica con l'Italia (53 presenze, 9 gol); dal 16 luglio 2021 è Cavaliere della Repubblica Italiana, «riconoscimento dei valori sportivi e dello spirito nazionale che hanno animato la vittoria italiana a Euro 2020, di iniziativa del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella", come si legge nella motivazione ufficiale.

Gigi Riva disse di lui: "«Sono orgoglioso di Barella perché rappresenta Cagliari e la Sardegna, proprio come la rappresentavo io». Viatico più lusinghiero e al tempo stesso più impegnativo, Nicolò non poteva ricevere. Il comportamento tenuto nella notte del ventesimo scudetto sarebbe piaciuto senz'altro a Rombo di Tuono, archetipo della sarditudine anche nel calcio, intesa come orgoglio, determinazione, irriducibile volontà di non arrendersi e di battersi sempre sino all'ultimo. C'è di più. Barella che stoppa il coro anti Hernandez è la dimostrazione che si può e si deve intendere il confronto sportivo nel modo migliore. Come Ranieri che il 13 giugno 2023, a Bari, conquista la Serie A con il Cagliari al 94' e va sotto la curva dei sostenitori rossoblù, zittendo i ritornelli derisori degli avversari appena sconfitti e invitandoli, invece, ad applaudirli. Come Klopp che il 18 aprile 2024, a Bergamo, viene eliminato dall'Europa League per mano dell'Atalanta e, dopo essersi complimentato con Gasperini e con i suoi giocatori in mezzo al campo, si presenta alla Curva nerazzurra, si toglie il cappellino e applaude i tifosi bergamaschi, che lo applaudono, ammirati dal comportamento di uno fra i più grandi allenatori del mondo proprio nel momento in cui, per l'ultima volta in carriera, esce dalla scena europea con i suo Reds.  Come la Roma che il 25 aprile 2024, torna a Udine per giocare gli ultimi minuti della partita con l'Udinese, sospesa a causa del malore accusato da Ndicka. La squadra batte i friulani, grazie al gol di Cristante all'ultimo secondo e, De Rossi in testa, si porta davanti alla curva bianconera battendole le mani, per ringraziarla della solidarietà e del sostegno ricevuti nei drammatici momenti in cui si temeva per la vita del ventiquattrenne nazionale ivoriano. Ci sono momenti in cui il calcio riesce a riappropriarsi della propria identità collettiva, a seconda delle circostanze e degli uomini sanno esserne protagonisti, riconoscendosi nei suoi valori fondanti. E si capisce perché questo sia il modo più efficace per cambiare l'aria che tira. A volte, basta un megafono per alzare la voce del rispetto. Barella l'ha dimostrato.
 

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