© © Roberto Garavaglia - ag. Aldo Liverani sas
MILANO - Altro giro, altra rivoluzione. Antonio Conte ha fatto chiaramente emergere il suo malumore dopo la sconfitta con il Bologna e ha altrettanto chiaramente fatto capire quanto ha detto nelle segrete stanze nerazzurre a chi governa l’area tecnica: «Questo è il primo anno di lavoro con l’Inter e ho preso un pacchetto preconfezionato, con tante situazioni da migliorare. Sono stato chiamato per riportare il club a vincere. Chiaramente la vittoria non arriva dall’oggi al domani, ma tante situazioni lasciano molta amarezza: pensi di essere a un livello e invece sei a uno molto più basso».
Centrocampo da rifare
L’allenatore, in tal senso, ha chiamato alle armi la società soprattutto sul centrocampo, ritenuto non all’altezza delle prime della classe. Pesano i continui infortuni di Sensi (il cui fisico evidentemente non si sposa con i metodi contiani) e seconde linee figlie di un’altra epoca, quando l’Inter ancora non puntava a vincere lo scudetto. La batteria degli esterni avrà due titolari nuovi di zecca: a destra è già arrivato Hakimi, mentre a sinistra il prescelto è Emerson Palmieri per cui l’Inter ha messo sul piatto 30 milioni con il Chelsea. Borja Valero non rinnoverà, mentre Gagliardini può entrare in una trattativa per Izzo con il Torino (il granata è più pronto di Kumbulla che, se i nerazzurri dovessero superare la Lazio, potrebbe comunque restare un’altra stagione a Verona). Vecino invece è sul mercato e potrebbe trovare asilo in Premier oppure nella Liga. Al posto degli attuali riservisti arriveranno Sandro Tonali e Arturo Vidal che è sempre più nei pensieri di Conte perché potrebbe infondere nella squadra quella mentalità che all’Inter manca.
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