Colombia, Barrios: «Parlerete di me»

Il centrocampista: «Con noi sarà difficile per tutti»
Colombia, Barrios: «Parlerete di me»© AFPS

INVIATO A MOSCA - In che modo si affronta il cosiddetto “Gruppo della morte”? Semplice: sorrisi, voglia di vivere, amore per il fùtbol e tanta, tanta cumbia! La ricetta della Colombia è semplice e ce l’ha raccontata in esclusiva Wílmar Enrique Barrios Terán, ventiquattrenne stella del Boca Juniors e della Selecciòn cafetera. Il centrocampista, fresco di titolo della Superliga argentina con la maglia degli Xeneizes, vuol continuare a mietere successi anche con la Nazionale, ben conscio però di essere di fronte all’appuntamento più importante della sua carriera di calciatore. «Sto pensando a che cosa può significare giocare una Coppa del mondo. Ci penso sempre, chiaro, ma mica con paura, preoccupazione o ansia da prestazione. Quindi mi preparo con coscienza, applicazione e tanta tanta voglia e credo che si sia visto in questo periodo di lavoro in Nazionale prima a Milanello e poi anche a Kazan. Il periodo “d’ambientamento” in Italia, al centro sportivo del Milan, ci ha permesso di adattarci senza troppi problemi al fuso orario dell’Europa (7 ore in più rispetto a Bogotà e dintorni) e questo potrà essere fondamentale soprattutto all’inizio della manifestazione: ci aiuterà molto».



RIVELAZIONE MONDIALE - «Non voglio passare da presuntuoso - continua il ventiquattrenne di Cartagena de Indias, la splendida città di mare capoluogo del dipartimento di Bolìvar -, ma credo di avere tutte le carte in regola per essere una delle rivelazioni di questo Mundial in Russia. Io la penso proprio così: uno se vuole ottenere che le cose vadano come desidera deve pensare in grande, porsi obiettivi importanti. Ed è quello che sto facendo io. Vorrei pure aggiungere un’altra cosina: la Colombia vuol fare e farà una Coppa del mondo di primissimo livello. Certo, sappiamo che ci sono moltissime squadre forti e ben preparate e che quindi la concorrenza sarà agguerrita, ma noi siamo consci di quanto possiamo dare. E sì, sorprenderemo, carajo! Credo che l’importante sia pensare a noi come un gruppo, mica come un insieme di singoli. Siamo forti, carichi e unitissimi. Non sarà facile per nessuno contro di noi, ve lo assicuro. Tutti sappiamo che dobbiamo lasciare l’ambizione personale in secondo piano e dare tutto per il bene del collettivo: daremo il 150%, per questo stiamo lavorando duro da settimane. Abbiamo stampato in mente chiarissimo il nostro obiettivo e tenteremo di raggiungerlo nel miglior modo possibile».

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