Daffara, il "baby Buffon" blindato: sognando la Juve con l'assist Perin

Il Next Gen ha il futuro tra le mani: ora c'è spazio anche per mandare un segnale a Tudor in occasione del Mondiale

TORINO - Una strada statale a due corsie che è un viaggio nel tempo, dentro l’archeologia industriale. Capannoni con gli striscioni “vendesi” e ciminiere che non fumano più, a segnalare quanto operoso fosse il territorio biellese, prima di attorcigliarsi su sé stesso. L’isolamento infrastrutturale serviva a nascondere i segreti dell’industria tessile, oggi fa sì che raggiungere la vicina Torino somigli ad un percorso ad ostacoli, almeno prima di imboccare l’autostrada a Santhià. Poi c’è l’ultimo pezzo di tangenziale e l’uscita a Vinovo, lì dove si presenta di bianconero vestito il centro sportivo della Juventus, casa del settore giovanile.

Lì dove, come una composizione in pongo, il sogno esce dalla dimensione onirica e prende sempre più forma. E chissà quante volte, durante il viaggio, il Giovanni Daffara bambino ha cercato di dare un profilo ai propri pensieri, mentre accompagnato dalla famiglia faceva su e giù tutti i giorni. E chissà quanti consigli dal padre, anche lui portiere fino alle categorie che sfiorano il professionismo.

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La storia di Giovanni Daffara: il "Baby Buffon"

La storia è in fondo comune a tantissimi ragazzini: viene notato mentre gioca nella Biellese – e già c’era chi, tra il serio e il faceto, azzardava paragoni chiamandolo “Baby Buffon” -, e dopo i provini di rito la Juventus lo ha portato dentro il suo settore giovanile. Il percorso è stato regolare, ma è in Primavera che arriva la svolta. Una serie di sfortunati eventi – leggasi infortuni -, si sono presto trasformati in opportunità: Daffara partiva dietro nelle gerarchie ma riesce a diventare il portiere titolare dell’Under 19 allenata da Montero, nella stagione 22/23. Lo stesso anno, sempre causa infortuni, è stato chiamato in Next Gen dove debutta – il 12 marzo 2023 -, contro il Novara.

In pochi mesi, da riserva in Primavera alla titolarità nel calcio professionistico: la costante, oltre alla maglia bianconera indosso, è una ferrea tenuta mentale, oltre ad una naturale predisposizione a leggere prima le giocate degli attaccanti avversari e un’agilità che gli permette di balzare da un palo all’altro anche quando è preso in controtempo. A queste sue abilità si è appesa la Juventus Next Gen nei momenti di maggiore difficoltà della passata stagione; tra le rughe d’usura dei guantoni si trovano punti pesanti che hanno permesso alla squadra di mister Brambilla di rilanciarsi e giocare due turni della post season.

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Daffara al Mondiale per Club con la Juve

Non è un caso che sia stato blindato, anche quando la strada di un prestito in Serie B era già tracciata a gennaio. Ora, certo non sarà la statale Biella-Santhià, ma Daffara si è trovato nuovamente a fissare l’orizzonte da un finestrino, mentre volava in direzione Stati Uniti. Questa volta, la forma del sogno dice: prima squadra. Ancora, ha l’opportunità di sfruttare l’assist del destino, il sempre più probabile addio di Perin. Il terreno verde di Greenbrier somiglia ad un trampolino di lancio, nel lavoro quotidiano e nelle qualità che sta sviluppando con Rogic può prendere la rincorsa per convincere Tudor, riscrivere ancora una volta le gerarchie, e prendersi un posto tra i grandi.

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TORINO - Una strada statale a due corsie che è un viaggio nel tempo, dentro l’archeologia industriale. Capannoni con gli striscioni “vendesi” e ciminiere che non fumano più, a segnalare quanto operoso fosse il territorio biellese, prima di attorcigliarsi su sé stesso. L’isolamento infrastrutturale serviva a nascondere i segreti dell’industria tessile, oggi fa sì che raggiungere la vicina Torino somigli ad un percorso ad ostacoli, almeno prima di imboccare l’autostrada a Santhià. Poi c’è l’ultimo pezzo di tangenziale e l’uscita a Vinovo, lì dove si presenta di bianconero vestito il centro sportivo della Juventus, casa del settore giovanile.

Lì dove, come una composizione in pongo, il sogno esce dalla dimensione onirica e prende sempre più forma. E chissà quante volte, durante il viaggio, il Giovanni Daffara bambino ha cercato di dare un profilo ai propri pensieri, mentre accompagnato dalla famiglia faceva su e giù tutti i giorni. E chissà quanti consigli dal padre, anche lui portiere fino alle categorie che sfiorano il professionismo.

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