Ha un sogno per la prossima stagione?
«Certo. Qualificarci per la Champions League ed essere sorteggiati in un girone fantastico formato da Real Madrid, Juventus e da un’altra squadra di alta caratura, chissà il Benfica... ».
Lei è anche laureato in matematica. Pensa che i numeri possano influire nel calcio?
«Beh, nei pronostici la probabilità in percentuale di azzeccare i risultati che portano alla vincita si basa su calcoli aritmetici. Certamente i numeri e le statistiche sono un aiuto. E per quanto riguarda il campo, basti pensare che ormai tutti gli allenatori hanno nei loro staff dei bravissimi “match analyst”: registrano le azioni di gioco e le “performance” per poi valutarne l’efficienza attraverso le statistiche. Dietro i successi c’è anche un lavoro di “intelligence” da non sottovalutare... ».
Fece scalpore quando puntò una cifra considerevole sulla Francia vincente ai Mondiali ’98 e ci prese nonostante i favori dei pronostici andassero alle due finaliste dell’edizione precedente cioè Brasile e Italia...
«Avevo fatto bene i miei calcoli. Con il supporto degli algoritmi e della matematica, appunto».
E intanto il suo portentoso cavallo da corsa Énergumène le ha fatto guadagnare un altro bel gruzzoletto: già 1,2 milioni di sterline...
«Sono uno scommettitore nato e ho tante passioni. Se ti piace il gioco, devi saper rischiare per vincere. Soprattutto scegliere il momento giusto in cui farlo. Avere acume, perspicacia, acutezza. Nel mondo dell’ippica come nel poker e come nel calcio».
Per concludere, ci racconti com’è nato il suo curioso soprannome.
«Proprio negli ambienti pokeristici. Perché sono un giocatore a sangue freddo, come i rettili. Non mi scompongo, resto imperturbabile come una lucertola al sole. Ma anche pronto a guardare con espressioni strane i miei avversari, a ruotare il collo per confondere quelli che hanno il sangue caldo: e puoi capire cos’hanno in mano sin da quando leggono le carte che ricevono, dai loro “tells”, dai segnali che rilasciano tramite il loro linguaggio del corpo».