Milan, caccia al regista: Xhaka in pole

L'Arsenal, sulla cui panchina è arrivato Arteta, si prepara a cessioni importanti in mezzo al campo: occhio anche a Torreira ed Elneny
Milan, caccia al regista: Xhaka in pole© AFPS

MILANO - Il Milan sta valutando se muoversi in attacco anche se dovesse saltare Ibrahimovic - in calo i “vecchi leoni” come Mandzukic e Giroud, più praticabili elementi come Jovic e Mariano Diaz, in uscita dal Real Madrid - e studia un colpo in difesa, ma nelle ultime ore Maldini, Boban e Massara stanno ragionando se portare a Milanello anche un centrocampista centrale da piazzare davanti alla difesa e liberare così Bennacer da compiti prettamente difensivi, schierando l’algerino da mezzala e avanzando a volte Bonaventura. In quel ruolo il Milan ha già Biglia, ma l’argentino è in scadenza di contratto a giugno 2020 e la società non intende più puntare su di lui. Si cerca un profilo come Bakayoko, il francese che l'anno scorso in prestito disputò una buona annata (ora è al Monaco, sempre in prestito dal Chelsea). Ci sono diversi giocatori sul taccuino degli uomini mercato del Milan - piacciono per esempio i ricercatissimi Lobotka del Celta e Berge del Gent -, ma, come la scorsa estate, lo sguardo è caduto su Londra e in particolare all’Emirates Stadium, casa dell'Arsenal.



I Gunners hanno infatti nel loro organico non uno, bensì tre centrocampisti centrali che farebbero al caso del Milan. Due sono a Londra - lo svizzero Granit Xhaka, l’uruguaiano Lucas Torreira -, l’altro in prestito al Besiktas in Turchia, ovvero l’egiziano Mohamed Elneny. Xhaka un mese fa aveva rotto con Emery e l’ambiente, tant’è che gli era stata tolta la fascia di capitano, poi è tornato a giocare grazie all’infortunio occorso a Ceballos. Lo svizzero ha 27 anni, fisico ed esperienza per imporsi anche in Serie A, campionato dove vorrebbe approdare. E’ l’opzione principale in uscita dall’Arsenal anche perché i biancorossi stanno per accogliere in panchina Arteta, assistente di Guardiola e dunque propenso a sposare il 4-3-3 come sistema piuttosto che il 4-2-3-1 utilizzato da Emery prima e Ljungberg poi. 

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