Sibilia, Gravina e Tommasi: ritiratevi per il bene del calcio

L'editoriale del direttore De Paola: «Cedete il passo al commissario nominato da Malagò. E' un appello per il bene del calcio. Basta con i Lotito che propongono ancora i Tavecchio alla presidenza della Lega. Ne pensa sempre una più dell'immaginabile, il numero uno della società biancoceleste....»
Sibilia, Gravina e Tommasi: ritiratevi  per il bene del calcio© www.imagephotoagency.it

Ritiratevi, ritiratevi tutti. Cedete il passo al commissario nominato da Malagò. E’ un appello per il bene del calcio. Basta con i Lotito che propongono ancora i Tavecchio alla presidenza della Lega. Ne pensa sempre una più dell’immaginabile, il numero uno della società biancoceleste. E’ appena stato silurato nelle sue velleità (impossibili) di diventare presidente della Federcalcio che già si adopera su altri fronti con una frenesia (inutile) che nessuno gli chiede, ma che tutti allegramente o meno gli riconoscono. Ma Lotito non aveva dichiarato di togliersi da certe dispute perché non poteva distrarsi dalla sua passione principale, la Lazio? E invece Cairo lo sbugiarda descrivendolo in piena campagna elettorale per la presidenza della Lega dove propone un nome (improbabile) dietro l’altro. L’ultimo, quello che fa traboccare il vaso, quello da Tapiro (puntualmente consegnato), Tavecchio. Ma come si fa? Purtroppo attraverso i trastulli di Lotito il calcio italiano è giunto al punto più basso della sua storia agonistica (fuori da un Mondiale dopo sessant’anni) e di quella economica, visto che persino la Ligue 1 francese ci ha superato in quanto a introiti da diritti tv. E ancora dobbiamo assistere a questi indecorosi balletti. Vi rendete conto che, mentre altrove vengono attirati capitali «veri», da noi siamo ancora ai Pallotta (e al suo stadio infinito) costretto dal fair play a vendere, ai cinesi del Milan con tutti i dubbi che li accompagnano e a quelli dell’Inter che certamente non sembrano arrivati qui per mostrare muscoli e solidità finanziaria? Almeno finora. Quando passerà da queste parti un emiro come quello del Psg o un creso come Abramovich del Chelsea? Mai a queste condizioni. Per non parlare di Manchester United, Manchester City, Real Madrid, Barcellona o Bayern Monaco. Il calcio italiano non può seguire le politiche lotitiane fondate su sopravvivenza e litigiosità. Non osiamo pensare, davvero non ce la facciamo, alla possibile elezione di Tavecchio a presidente della Lega. Sarebbe l’ennesimo segnale orrendo. Come terribile sarebbe la mancata elezione di un personaggio non all’altezza. Intanto Lotito è sempre lì che parla con i presidenti per spingere su Sibilia alla carica di presidente federale. In ballo ci sono anche due poltrone di vicepresidente, una di direttore generale e una di responsabile del Club Italia. Più altre prebende spendibili sempre in campagna elettorale. Insomma, questi sono i principali temi di discussione: una mano a qualche presidente in difficoltà e soprattutto poltrone per dare valore alle componenti che si mostreranno fedeli. Ma fedeli a cosa? A quale piano strategico? Assolutamente nessuno. Chiacchiere. Conterà solo il peso specifico con cui far valere la propria rappresentanza. Questo è il nostro calcio. Se ne rendano conto tutti. E soprattutto se ne rendano conto Tommasi, Gravina e Sibilia. Chiunque dovesse farcela, non sarebbe un matrimonio, ma un mercimonio con tanti debiti. Tutti e tre i protagonisti avrebbero, però, una grandissima occasione per riabilitare un ruolo e ridare dignità a una carica: ritirare la candidatura. Un gesto dimostrativo (e pratico) di grandissimo spessore. Tre passi indietro per un enorme passo in avanti del nostro calcio che finirebbe finalmente nelle mani di un commissario in grado di riformarlo da cima a fondo.
 
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