Italbasket, c'è Thompson. E ci sarà Montonati

Due nuovi azzurri per la Nazionale di oggi e domani: il regista di Vitoria, sposatosi a Brindisi, appena finita la stagione sarà in Puglia per un documento
Italbasket, c'è Thompson. E ci sarà Montonati© Ciamillo

Torino - In attesa della decisione di Paolo Banchero - che scommettiamo, lavorerà in estate senza nazionali - l’Italia dei canestri non aspetta Banchero, ma lavora in prospettiva immediata e futura. E mette in tasca due passaporti, pensando a un terzo. Nell’immediato si punta ad avere già per il Mondiale Darius Thompson, playmaker del Baskonia Vitoria che ha chiuso al nono posto l’Eurolega. Thompson ha appena compiuto 28 anni, ha struttura (è 1,93) e a Brindisi dove ha giocato due stagioni ha trovato l’amore, sposando Chiara Pacifico. Dal matrimonio l’idea di diventare italiano. Per esserlo a tutti gli effetti, gli manca ancora un documento per il quale volerà a Brindisi appena finita la stagione nella Liga Acb dove il Baskonia è appaiato al Barcellona con 26 vittorie su 31 e domani giocherà il penultimo turno. In campionato viaggia a 9,6 punti e 6,1 assist, in Eurolega ha chiuso con 12,6 punti e 6,7 assist. Una volta completato l’iter spetterà alla Fip la corsa contro il tempo per averlo disponibile già a Manila. Attraverso il debutto azzurro Thompson sarà italiano a tutti gli effetti anche per i campionati italiani. E dunque diventerà oggetto del desiderio per Milano e Virtus, del resto la sua condizione di mercato sarà migliore anche per il mercato europeo. Si tratterà certamente di un colpo importante anche per il ct azzurro Gianmarco Pozzecco. Ovviamente rientrerà negli assimilati, dunque l’Italia dovrà sceglierne soltanto uno. Darius ha già dato la sua disponibilità ufficiale. E, al di là del cuore, c’è un indubbio vantaggio di mercato, già illustrato. 

Jalen Montonati, chi è il nuovo talento azzurro

Chi invece non avrà bisogno di debutto in Nazionale se non nelle giovanili e succederà questa estate è Jalen Montonati. È il figlio di Brian Montonati, avi italiani, centro di 2,05 che dopo il college a Oklahoma State ha giocato in Francia, Svizzera e in Italia nel periodo degli oriundi, dal 2003 al 2008 tra Jesi, Capo d’Orlando, Pesaro e Imola. In quel periodo nel maggio 2007 è nato Jalen, che a 16 anni appena compiuti è un’ala di 2 metri e 75 chili, attaccante mobile, da 18,3 punti e 5 rimbalzi e 2,3 assist con Owasso, la scuola superiore della sua città nell’Oklahoma. Le prove da 37 punti contro Blue Valley e 39 contro Union e la qualità di gioco lo hanno reso oggetto di reclutamento pesante da parte di college di prima divisione, (lui che entrerà nel 2026). Ne ha già ricevute ufficiali da Kansas State , Oklahoma, Oklahoma State, Tennessee e Tulsa. E siamo solo all’inizio, dopo un anno di high school. Jalen ha già ritirato il suo passaporto italiano prima dei 16 anni di età e la famiglia ha già detto che lo manderà in Nazionale. Avendo preso il passaporto prima dei 16 anni, Jalen è italiano a tutti gli effetti per le nazionali. Curiosamente, causa nostro ordinamento sullo ius sanguinis può giocare nelle giovanili prima di ragazzi nati e cresciuti in Italia ma da genitori stranieri. 
Fatto è che il nostro settore squadre nazionali ha un elemento in più di grande prospettiva, in una generazione che, tra gli altri, conta già i due ragazzi al Barcellona: Dame Sarr (2006 che come noto ha debutto in prima squadra) e Adrian Mathis (2007, figlio dell’americano Donta, a lungo da noi), ma anche Maikcol Perez, proprietà di Bassano. Basta seguirli, farli crescere bene. E poi concedere loro spazio.

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