Anime di Periferia: Lorenzo Minnozzi

Lorenzo è uno dei giovani protagonisti del documentario Anime di periferia, realizzato a Corviale, detto il Serpentone, nella periferia di Roma. Il film è incentrato sulla squadra di rugby Arvalia Villa Pamphili, coesa come una famiglia alla ricerca di fondi per risollevare le sorti economiche di un campo e di un quartiere.
Anime di Periferia: Lorenzo Minnozzi

«Senza i compagni non si va da nessuna parte e c’è sempre bisogno di un pilone, il fulcro della mischia». Lorenzo è, insieme a Valeria e Yuma, uno dei giovani protagonisti del documentario Anime di periferia, scritto e diretto da Antonella Matranga e realizzato a Corviale, detto il Serpentone, nella periferia di Roma. Il film è incentrato sulla squadra di rugby Arvalia Villa Pamphili, coesa come una famiglia alla ricerca di fondi per risollevare le sorti economiche di un campo e di un quartiere. La storia racconta, dunque, di come sport e cultura del territorio rappresentino un campo ideale di sfida alle avversità, un luogo virtuoso nel quale crescere, formarsi come uomini, trovare una propria dimensione morale e di vita. La diffusione deldocu-film è realizzata in collaborazione con Corriere dello Sport e Tuttosport.

Ogni settimana i tre giovani raccontano le loro storie e le loro vite su corrieredellosport.it e su tuttosport.com grazie a interviste esclusive, mettendo a nudo i loro sogni e le loro aspirazioni. L’avventura di Lorenzo prende avvio da un’infanzia non facile e da uno sport senza squadra.Il road movie da Corviale si sposta anche in Lombardia, dove i rugbisti incontrano i giocatori del club milanese Stella rossa, ed entrano in contatto con la realtà associativa Terzo passaggio, impegnata socialmente nella zona di Rogoredo.

«Provengo dall’atletica che è una disciplina individuale e grazie alla palla ovale mi sono reso conto di quanto siano fondamentali coloro che ti circondano», dice Lorenzo, 26 anni e studi in corso in Scienze motorie. Cresciuto come figlio unico da genitori sordi, entrambi ex giocatori di rugby, Lorenzo ha dovuto cercare una propria strada espressiva partendo da un mondo silenzioso. «Mio padre era poco presente e mia madre ha portato sulle spalle tutto il peso della genitorialità. Non a caso nel rugby lei era il pilone, colui che deve rimanere saldo e dritto mentre tutti spingono», aggiunge. «Ma da adulto mi sono reso conto di quanto io sia stato un ragazzino solitario. I miei genitori non parlavano e io non ho mai tirato fuori quello che riescono a esprimere i bambini. Crescendo, però, ho intravisto anche una fortuna. Sono una persona più empatica, capace di osservare gli altri con attenzione, capire i loro stati d’animo».

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Anche per questo adesso gioca come seconda linea a rugby in serie B, sempre nell’Arvalia, ma insegna anche ai giovanissimi questo sport. «Ai più piccoli va tramandato il valore di un impegno», dice. «Gli adolescenti possono rappresentare la paura più grande per un allenatore, perché hanno in corso una tempesta ormonale, devono fare bene a scuola, essere bravi a casa, cercano gli amici e l’amore. Ma grazie a mentori come il nostro allenatore Salvatore Gallo ho capito che sono pur sempre ragazzi, buoni dentro».

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Tra le grandi passioni di Lorenzo, insieme allo sport, c’è la musica. «Ho in casa 25 strumenti e mia madre, nonostante sia sorda, mi ha sempre incentivato. Suono il pianoforte, la chitarra, il flauto, il basso e anche l’ukulele». In una scena di Anime di periferia, realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo che ha avviato LaCittàIntorno, un progetto di sostegno alle periferie, Lorenzo è nella sua camera, circondato da cd e strumenti, immerso in un mondo molto speciale. E la musica si trasforma così, esattamente come lo sport, in un collante, come afferma Lorenzo. «A Corviale ci sono scuole, una biblioteca, tanti bambini. I momenti di aggregazione sono fondamentali per una zona come questa, che non può essere lasciata a se stessa altrimenti si impoverisce. Servono iniziative, cultura. Serve essere una squadra, anche di quartiere».

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