Giro d'Italia, la vittoria di Paret-Peintre con il 'permesso' di Pogacar

Tappa di attacchi e fughe con la maglia rosa che sceglie di controllare senza sforzarsi
Giro d'Italia, la vittoria di Paret-Peintre con il 'permesso' di Pogacar© /Agenzia Aldo Liverani Sas

Da lassù, nell'empireo rosa, Tadej Pogacar osserva la lotta tra gli eroi degli umani. Dall'alto in basso lo sloveno si è come arrogato il diritto di decidere il loro destino. Dal mito ai più prosaici calcoli di classifica, il Giro d'Italia riparte in salita verso Bocca di Selva e racconta la storia di Valentin Paret-Peintre, pittore di nome ma scalatore di professione, capace di trionfare in salita emulando il fratello maggiore Aurelien, vincitore al Giro di un anno fa a Lago Laceno. Storie di uomini che, come nell'antichità, divertono le divinità e permettono loro di sorridere nella loro posizione dorata.

Pogacar leader nonostante le incognite

La leadership di Pogacar esce intatta da una giornata ricca di potenziali incognite: le difficoltà che si presentano la mattina del giorno di riposo e che dimezzano il parco velocisti – Kooij (vincitore a Napoli su Milan), Kanter, Mayrhofer e Vernon tutti ritirati tra virus e problemi gastrointestinali -, le possibili alleanze tra gli uomini di classifica, le fughe tendenti al bidone e gli attacchi a ripetizione. Nonostante la presenza di Romain Bardet – infine secondo e beffato proprio dal connazionale Paret-Peintre – e di Filippo Zana, entrambi situati in classifica a poco più di 7' dalla maglia rosa alla partenza, la fuga (la seconda di giornata, dopo il solito generoso tentativo di De Marchi in apertura) di quasi 30 corridori che si forma sulla salita di Camposauro riceve la benedizione della maglia rosa, che si limita a tenerla a distanza. E non è tutto: il panico – non quello del gruppo per colpa di fumogeni e di un malcapitato cane lasciato libero di attraversare la strada al momento del passaggio degli atleti - di riaprire la lotta per la top10 e il podio finale ha portato Ineos Grenadiers e Bahrain-Victorious a lavorare in maniera compatta e decisa nella seconda metà di gara, andando a rosicchiare secondi su secondi a Bardet e Zana adesso rientrati nella zona calda della generale rispettivamente in settima e nona piazza.

Ora l’alieno Pogacar ferma pure il tempo

Pogacar in "modalità gestione"

Meglio di così, per chi deve gestire le energie e mantenere il proprio vantaggio su rivali comunque già distanziati, proprio non si poteva. Pogacar e la sua Uae Emirates sembrano essere entrati nella seconda fase del loro Giro d’Italia: presa la rosa e accumulato un sostanzioso vantaggio sui concorrenti più pericolosi, la missione principale diventa quella di risparmiare energie per le tappe che a ridosso del prossimo giorno di riposo modelleranno in maniera decisiva la classifica generale, in particolar modo l’attesissimo arrivo a Livigno di domenica. Anche – magari – contro il parere della stessa maglia rosa, sempre affamata di successi. E allora c’è spazio per Paret-Peintre, per l’orgoglio di Bardet, per la voglia di Tratnik, per il segnale di vita lanciato da Bagioli (ieri quarto), per l’abnegazione di Caruso e gli attacchi di Tiberi («l’unico con gli attributi» l’investitura di Pogacar) che perde 4” dalla maglia rosa, Martinez e Thomas ma rosicchia 9” alla maglia bianca Uijtdebroeks: tanto tuonò che nelle prime sei posizioni della generale nulla o quasi cambiò.

Giro d'Italia, cambia il percorso della 16ª frazione: ecco il motivo

Cambia, invece, il percorso della 16ª frazione della corsa rosa – la Livigno-Santa Cristina Valgardena (Monte Pana) -, quella che avrebbe dovuto portare il gruppo sullo Stelvio dopo poco più di 50 chilometri. La neve e le temperature in rialzo nei prossimi giorni hanno fatto crescere il rischio slavine. Da qui la decisione degli organizzatori di affidarsi al piano B: senza Stelvio, con un breve sconfinamento in Svizzera e spostando la cima Coppi del Giro al Giogo di Santa Maria/Umbrailpass a quota 2.489 metri, aumentando così la lunghezza della frazione da 202 a 206 chilometri.

Pogacar, a Oropa Marco Pantani vive ancora

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...