"A Ganna, Milan e Consonni chiedo che vincano e che finiscano la corsa in buone condizioni"

Intervista a Marco Villa, ct della pista, osservatore interessato in vista delle Olimpiadi: in gara ci sono tre azzurri del quartetto dell’inseguimento
"A Ganna, Milan e Consonni chiedo che vincano e che finiscano la corsa in buone condizioni"© /Agenzia Aldo Liverani Sas

Da Venaria Reale a Parigi, passando per Roma. Il ct della pista azzurra Marco Villa ha una missione: confermare il titolo olimpico del quartetto maschile conquistato a Tokyo e giocarsi fino in fondo tutte le altre possibilità di medaglia a Parigi. Filippo Ganna, Jonathan Milan e Simone Consonni - 3 dei quattro azzurri del quartetto, manca solo Francesco Lamon - saranno oggi al via della 107ª edizione del Giro d’Italia.

Villa, il conto alla rovescia è iniziato. Lei ha cambiato la sua immagine su Whatsapp: un disegno a pennarello su legno del quartetto in azione.
«Eccezionale, l’ho trovato per caso a Montichiari su uno dei sostegni di legno che usiamo durante gli allenamenti. Non sono ancora riuscito a sapere chi l’ha realizzato».

Missione Parigi: quali le tappe fondamentali?
«Il cuore dello sforzo sarà il lavoro in altura. Prima con la squadra femminile, poi con quella maschile dopo il Giro. Da fine giugno, poi, avremo un mese completo per far gruppo e concentrarci».

Abbiamo sei carte da medaglia.
«I due quartetti, le madison e le due prove dell’omnium. Con il massimo del rispetto per gli avversari, possiamo giocarcela in queste prove».

In che direzione è andata la ricerca dei migliori materiali in questi anni?
«La priorità è stata la ricerca della miglior posizione in bici, per via del cambio di regole dell’Uci da Tokyo. Ad esempio le protesi, non più stampate in 3D, sono aerodinamiche e adattabili per la comodità dell’atleta nel momento di massima spinta».

Ganna, Milan, Consonni, Lamon. Sono sempre loro i titolari?
«Sì, anche se rispetto a Tokyo c’è stato l’inserimento nel gruppo di Manlio Moro. La concorrenza interna mi ha fatto ritrovare un Lamon ancor più forte».

La Danimarca è sempre il pericolo pubblico numero uno?
«Sì, ma ci metto anche la Gran Bretagna. Poi, guai a sottovalutare la Nuova Zelanda e devo dire che ha lavorato bene anche la Francia».

Cosa chiede al Giro per Ganna, Milan e Consonni?
«Chiedo che vincano e che stiano bene. E che finiscano il Giro in condizione, soddisfatti dei risultati raggiunti. Consonni un anno fa patì il non aver centrato la vittoria da un punto di vista del morale, Milan invece rimbalzò a livello fisico dopo qualche settimana per aver lottato sprint su sprint al suo primo Giro in carriera per difendere la maglia ciclamino. Pippo (Ganna, ndr) sa bene come gestirsi alla perfezione, ha l’esperienza giusta».

E Viviani, che al Giro non ci sarà? Può fare la prova in linea su strada così da liberare un posto per la pista?
«Parigi sarà la sua quarta Olimpiade. Sperava nel Giro anche per aumentare i volumi di lavoro, con l’altura e qualche altra corsa ce la farà. Quello della prova su strada è un discorso che abbiamo affrontato con Amadio e Bennati».

Ci sono molte aspettative sulle ragazze. È l’anno giusto per raccogliere i frutti dopo gli ultimi anni?
«Il gruppo era già forte a Tokyo, forse lì ha peccato d’esperienza. Ora le ragazze sono forti, hanno vinto un Mondiale e un europeo. Andiamo a Parigi consapevoli della nostra forza».

Balsamo può fare strada e quartetto?
«La valutazione nasce dallo sforzo della prova: 150 km rispetto ai 280 degli uomini. Il ct Sangalli vorrà un’atleta che se la possa giocare in caso di volata: Balsamo è la prima opzione, l’altra è Chiara Consonni. Vedremo poi come andrà la gara, potremmo scegliere ad esempio di far entrare Elisa nel quartetto

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...