ROMA - "Come ho scritto nel finale sulla telecamera… 'Fino alla fine' perché, veramente, ho lottato fino alla fine. Specialmente nel primo set, dove non riuscivo a trovare la quadra del gioco e lui era sicuramente più propositivo. Poi c'è stato quel game che da 40-0 sono riuscito a rimontare e a breakkare e poi giocare un tie-break solidissimo. Da lì in poi ho cominciato a trovare sempre più sicurezza nel mio gioco e anche un maggior ordine in quello che stavo facendo, fino a chiudere veramente in bellezza, giocando un gran tennis, quindi è veramente super questa prestazione". Ai microfoni della Rai, Lorenzo Musetti cita il motto della Juventus, la sua squadra del cuore, al termine dello spettacolare successo contro il numero due del ranking Atp, Alexander Zverev.
Su Alcaraz
Il successo contro Zverev è valso l'accesso alle semifinali degli Internazionali d'Italia, dove ad attenderlo c'è Alcaraz: "Con Carlos la finale di Monte-Carlo è stata una lezione, ogni volta che scendo in campo contro di lui c'è sempre da imparare, è un giocatore che prendo come esempio, come riferimento, come metodo, quindi è sicuramente un avversario difficilissimo, ma siamo in semifinale… ne sono rimasti 4. L'unica cosa, avrò il tifo dalla mia parte, cercherò di sfruttarlo al meglio come ho fatto questa sera", ha concluso Musetti.
La svolta
Ai microfoni di Sky Sport Musetti racconta la svolta di questa stagione quando è arrivata: "Credo che la settimana di Monte Carlo sia stata un altro tipo di svolta, un salto nei top, come mentalità, non tanto come livello.Per un giocatore, specialmente una persona, un ragazzo molto sensibile, sia al di fuori dal campo che in campo, come me, sta facendo la differenza. Anche stasera ho dimostrato di far vedere gli attributi, specialmente il cuore e la resistenza fisica, perché è stato un match molto fisico. Quindi veramente soddisfatto di questa vittoria".
Sul piano partita
Sulla partita ed il piano gioco: "Devo dire che le condizioni erano molto pesanti, quindi era molto difficile, secondo me, far viaggiare la palla. Infatti anche la velocità al servizio non era facile. Ho faticato un po' al servizio per tutto il match e a far viaggiare specialmente la palla anche col dritto. Quindi spesso cercavo di colpire, però rimaneva corta. Però la stessa cosa valeva anche per lui. Sicuramente a volte mi sono trovato in una situazione di difesa, però sicuramente ho sfruttato i tanti passanti. Ho cercato sempre di fargli giocare una volèe difficile sotto i piedi, sapendo che sicuramente non la parte dove si sente più al sicuro, specialmente al tie-break, ma anche durante il secondo set. Ho cercato di chiamarlo tanto a rete per farli giocare in una zona di campo dove non si sentiva molto sicuro".