Sinner, operazione "Dimenticare Halle"
Lunch con Sinner, a pranzo con il peccatore. Meglio che seguire un allenamento, ma l’impegno non è poi così diverso. Pedro Martinez recita nella parte dell’invitato, ma forse non l’ha capito e ha l’espressione colpevole di un imbucato, sicuro che presto lo beccheranno. E lei chi è, scusi? A che titolo è qui? Pedro non ha titoli, ma sa sorridere della vita. Ai giornalisti spagnoli, ieri mattina, prima dell’evento, ha raccontato che se la stava facendo sotto. Troppa emozione, una regale diarrea… Ha lasciato il campo felice, in compenso. «Ho tolto a Sinner almeno un game per set». Cinque in tutto, non c’è da scialare. Ma nel 2° lo spagnolo è riuscito a colpire più spesso la palla di piatto, e qualche segnale della sua presenza l’ha inviato, malgrado la spalla destra abbia richiesto l’intervento dei fisio.
Fin qui, Sinner ha potuto in tutta calma rinfrescare le proprie reminiscenze erbivore, dalle scivolate controllate (l’erba, si sa è traditrice, e per ritrovare il giusto timing con il quale pattinare verso la palla, occorre tempo e qualche inevitabile caduta), a come alternare al meglio con il servizio i colpi piatti e quelli in kick. L’operazione “dimenticare Halle” procede. Anche Bublik ha tolto subito le tende e ha già ripreso la via di casa: il numero uno è solo con se stesso e conoscendolo direi che gli va bene così. È la 17ª volta che Sinner è negli ottavi di uno Slam, la 4ª a Wimbledon in 5 partecipazioni.
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