Con Bublik era già successo
Badate, non è la prima volta che Sinner finisce nel tritatutto di chi procede sul filo del tennis più illogico che vi sia. Gli era successo già con Bublik, in quel secondo set del quarto di finale parigino, che aveva visto il kazako scuotere nelle fondamenta il tranquillo dominio che Sinner aveva imposto sin dalle prime battute del match. Ma la terra rossa, lo sapete, offre qualche preziosa frazione di secondo in più a chi sia chiamato a difendersi dalle forzature del tennis altrui. L’erba (quella di Halle in particolare, forse meno “battuta” che a Wimbledon) ha fatto invece da amplificatore alle mattane di Bublik, e Sinner non è stato in grado di cambiare gioco per frenare gli slanci del kazako. Sarebbe bastato rallentare, e imporre rimbalzi più alti? Chissà, ma Sinner non è stato in grado di provarci, forse nemmeno di valutare i pro e i contro.