Che Halle sia un posto speciale per Sinner è assodato. E non solo perché il N.1 del mondo l'anno scorso vi ha vinto il torneo. Questione di feeling, di atmosfera accogliente, di ammirazione per il Numero Uno del mondo manifestata dal pubblico con rispetto e apprezzamento. Lo si è potuto constatare nel match d'esordio di Jannik contro Hanfmann, che pure giocava in casa. Un clima esattamente opposto all'indecente corrida scatenata contro l'azzurro e pro Alcaraz che aveva scandito la finale del Roland Garros, soprattutto sui tre match point per l'italiano. Perché un conto è tifare, un altro è tenere un insopportabile contegno con le urla sguaiate, i cori di provocazione, i fischi, le ripetute interruzioni. Una gazzarra tollerata dagli organizzatori e a tratti aizzata dallo stesso Alcaraz, per non dire dei commenti ironici a proposito della mamma di Jannik, lei sì meravigliosa fan in tribuna che aveva sofferto e si era emozionata per il figlio come una di noi.
Il siparietto in Germania
Troppi buzzurri erano accomunati dalla paura che a vincere fosse l'italiano. E non c'entra niente il fatto che i francesi tifassero per lo spagnolo Alcaraz, in quanto orfani dello spagnolo Nadal, lui sì campione di sportività. Tutto il contrario è accaduto ad Halle, dove ha suscitato sorrisi il siparietto inscenato da un appassionato quando ha gridato: “Let’s go Yannick let’s go…”, specificando subito: “I mean Yannick Hanfmann…”. Chiaro il riferimento ai nomi simili dell'italiano e del tedesco. Il ringraziamento agli spettatori dopo la vittoria e il cuore mimato con le mani hanno accattivato nuove simpatie a Sinner. Come diceva Freddie Mercury, un altro Numero Uno, se devi fare una cosa, falla con stile.