Sinner-Alcaraz, il fattore imprevedibile
Hai fiducia nelle possibilità di Sinner?
«Grandissima fiducia. È un campione che migliora sempre, che continua a perfezionarsi, a studiare nuove soluzioni. Sotto questi aspetti è addirittura impeccabile».
Dunque una finale alla pari, o quasi
«Assolutamente alla pari, che potrebbe essere decisa anche dal più lieve abbassamento del livello tennistico dell’uno o dell’altro. Anche un cinque per cento in meno, potrebbe decidere il risultato».
Sinner è giunto in finale senza perdere un set. Potrebbe aver risparmiato delle energie utili in un arrivo in volata.
«Questo è vero, anche se la semifinale con Djokovic, sebbene risolta in tre set, è stata aspra e combattuta e certo molto dispendiosa sotto l’aspetto mentale. Si vedrà. Se la finale dovesse superare le quattro ore di gioco, tutto potrebbe assumere contorni imprevedibili. Le quattro ore, sulla terra rossa, sono la soglia che trasforma il match in una maratona, e qualche volta in una vera e propria rissa. Ma anche qui, sono convinto che Sinner abbia lavorato per non farsi cogliere impreparato. Non sarebbe da lui, in fondo».