Mentre Jannik Sinner ha confermato di avere qualità tecniche e mentali da numero 1 del mondo certificato, arrivando dopo tre mesi di stop agonistico forzato in finale a Roma e lasciandosi alle spalle il caso Clostebol, chi non si dà pace, cadendo sempre più nel ridicolo, è Nick Kyrgios. Peccato sprecare ancora parole e forze pure psicologiche, che non ha mai avuto in abbondanza, per tornare ad attaccare in modo scomposto Jannik addossandogli colpe che ormai è stato ampiamente dimostrato non avere.
L'ultimo attacco di Kyrgios
Il nuovo affondo lo ha portato in un podcast registrato prima della finale al Foro: «È il numero 1 al mondo, è come se fosse Jokic nell’Nba - dice Kyrgios con riferimento a Sinner - Davvero pensate che non lo sapesse?». Si stava parlando, ovvio, del Clostebol. «Paghi il fisioterapista centinaia di migliaia di dollari e lui porta, chessò, un bisturi nella sua borsa senza nulla intorno? Senza custodia? Starà lì a penzoloni? Si taglierà un dito, spalmerà della crema da massaggio su un taglio? Questi tizi sono dannatamente diligenti. Non bevono nemmeno un sorso di alcol, e si comporterebbero come se non sapessero? Pensate che un numero possa essere così ingenuo? Dai. E poi pensi che sia solo una coincidenza che il Ceo dell’Atp, un italiano (Massimo Calvelli, ndr) si sia dimesso improvvisamente proprio ora…?». Certo qualcuno dovrebbe intervenire: perché se è vero che la libertà di parola fortunatamente esiste e deve essere esercitata sempre, lo è altrettanto il fatto che quando c’è un’evidenza di innocenza deve poi salire in cattedra la ragione, anche degli scettici e dei complottisti come l’australiano.