I numeri della sfida con Ruud
Alla fine, il match mostra numeri che non hanno quasi senso. Ruud ha scelto di servire, e mal gliene incolse. In un lampo Sinner si è portato 3-0 con due break, lasciando all’amico norvegese (già, Casper è anche un suo amico, pensate se non lo fosse stato) un solo punto. Ancora un break nel quinto game, a suon di schiaffi al volo e di conclusioni negli angoli più lontani, impossibili da immaginare e soprattutto, da rimettere in gioco. Il sei-zero ha preso forma in 27 minuti, 25 punti ottenuti contro i 7 di Ruud. Magari ora si calma, ho pensato, sbagliando. Il secondo set ha visto numeri più alti da parte di Casper, ma il ritmo in sette/ottavi di Sinner (quello che frantuma le mani ai batteristi jazz) non è mai venuto meno. Due a zero con il break, poi la conquista da parte di Ruud del suo unico game, e da lì in poi altri due break e la chiusura sul 6-1, con 29 punti a favore e 15 contro. Un’ora e 4 minuti in totale.
Le parole di Sinner
«No, non pensavo di essere a questo livello così presto. Prendo le situazioni come vengono, questi erano i primi passi, ma il match contro Cerundolo mi ha fatto sentire in crescita: lì ho capito. Sono sceso in campo con un piano di gioco preciso, in testa. Ma quello che ha fatto la differenza è che ho giocato bene sin dai primi colpi, mi sono sentito sicuro, tranquillo: partita fantastica, sì». Sinner poi aggiunge un pizzico di cautela. «Ogni match ha una storia diversa, e non è detto che nelle prossime si ripeterà il punteggio del confronto con Ruud. Casper gioca molto bene se gli dai il tempo per farlo, e io variavo molto». In semifinale c’è Tommy Paul, alla sua seconda consecutiva sul rosso del Foro. Ha battuto Hurkacz senza troppo patire, è giocatore lineare con qualche estro che lo rende diverso dagli altri. Sinner è avanti 3-1, la sola sconfitta, datata 2022, è venuta sull’erba. «Sono a Roma per capire me stesso, cosa sono capace di fare: avrei firmato per arrivare a questo punto, anche in vista di Parigi. Mi sento bene e il pubblico mi aiuta, mi dà energia. Ma occhio a Paul, è pericoloso», dice Sinner. «Si giocherà tardi, quando l’umidità tende a trattenere le palline. Ho provato la palla corta perché avevo visto Musetti che la faceva e funzionava: la sera difatti il campo diventa morto; alle 7 è più veloce, ma verso le 8...». Pure il Muso ispiratore: a riprova dell’intelligenza e dell’umiltà del n.1. Il tennis di casa nostra ha due campioni in semifinale, è la prima volta. «Tanta Italia qui. E Jasmine, poi: è allegra, le piace lavorare e giocare, è simile a me, merita quello che sta vivendo. La finale con Lorenzo? Sarebbe la cosa più bella...». Oggi potrebbe prendere forma. E non ci sono parole per dirlo, solo emozioni.