Squadre azzurre che hanno trionfato nelle due Coppe per nazioni e il diamante Sinner. Jannik non trasmette solo emozioni con le sue vittorie ma anche valori col suo comportamento e le sue parole. Frequentandolo qual è stata la volta che l’ha sorpreso maggiormente e perché?
«Direi che, al di là dell’equivoco avvenuto negli spogliatoi, dopo la sua finale alla Next Gen in cui non mi aveva riconosciuto e poi mi scrisse per una settimana chiedendomi scusa, ma per me non c’erano problemi, ciò che bisognerebbe studiare più di Jannik sono le condizioni che hanno permesso a una famiglia assolutamente normale in un piccolo paesino di montagna per fortuna al di qua della frontiera di crescerlo con questi valori».
Ora che la vicenda Clostebol è alle spalle definitivamente, ha una messa a fuoco diversa della vicenda?
«Direi di no. Uno stupido e banale incidente dovuto alla superficialità di qualche ottimo professionista che era nel suo team. Una tenuta mentale del ragazzo al di sopra di ogni umana possibilità. L’ingiustizia di comportamenti da parte della Wada quando era acclarata l’innocenza. Oltre all’evidenza di un gran numero di deficienti e campioni in crisi di visibilità che sono stati sommersi giustamente dagli insulti».
Sinner va alla conquista del mondo e tra le battaglie più importanti, che ha vinto e vorrà rivincere, ci sono le Atp Finals. A novembre, Torino concluderà il proprio pokerissimo iniziato nel 2021 e le istituzioni, sindaco e Regione sono pronte ad allungare. Anche con l’apertura alla possibile realizzazione del Tennis Village fisso di fronte al Palazzetto. Che scenario prevede dal 2026 al 2030 a livello logistico?
«L’Atp non ha ancora deliberato. È rimasta sorpresa di ciò che è successo nelle ultime settimane. La novità rispetto a prima è che c’è almeno per i primi due anni una forte indicazione del governo sul fatto che possa restare a Torino. Del resto se possiamo oggi parlare di un nuovo quinquennio in Italia lo possiamo fare proprio grazie al governo e alla Premier che personalmente ci ha messo nelle condizioni di poter avanzare una offerta vincente. Dunque l’opinione del governo pesa ma sarà l’Atp a scegliere. Io dico che Torino ha scoperto le Finals, verificando che non è una manifestazione di nicchia come l’Eurovision, che il tennis è uno sport popolare. E il sistema Torino ha compreso che nello sport mondiale questo evento è il miglior nel rapporto costi-benefici: non ci sono Olimpiadi o Ryder Cup che tengano. Vuoi per gli investimenti bassi che servono e gli alto spendenti che si presentano sugli spalti. Poi c’è questa congiunzione astrale per cui abbiamo vinto le competizioni a squadre, abbiamo il diamante Sinner, ma anche lo smeraldo Musetti, che deve puntare già alle prossime Finals di novembre. Il sistema Torino ha risposto in modo assolutamente unico nel panorama italiano. Nessuna combinazione, tra istituzioni pubbliche ed enti privati, opinione pubblica e media, ha mai, nemmeno lontanamente, fatto sistema come ci è riuscita Torino».