Quella sua cadenza sarda, quasi una marcia che accompagna le parole scandite, rende il pensiero di Angelo Binaghi, numero uno italiano del tennis, ancora più secco dei concetti già precisi di loro. Del resto se dal 2001, da quando è presidente, è riuscito a portare le racchette italiane a uno sviluppo mai visto prima alle nostre latitudini, le ragioni si devono spiegare anche con la sua determinazione. Leggere l’ultima risposta per credere.
Buongiorno presidente. Gli Internazionali d’Italia di tennis li ha vinti “una wild card”, un certo Binaghi… Senza disputare una sola partita ha già battuto l’incasso del 2024 che era di 28 milioni. Che numeri si aspetta oltre alla prevendita per questa edizione del 2025?
«Adesso che è arrivato l’ospite più atteso, ovvero il bel tempo, l’anticiclone delle Azzorre che ci regalerà tutto il torneo col sole, dobbiamo battere il numero di presenze paganti dello scorso anno (365.000 paganti ndr)».
Avete raddoppiato i metri quadrati con tre campi in più di cui uno stadio grande da 3.000 spettatori. Ma il centrale coperto?
«Diventa sempre più necessario. Spero e ci è stato detto che nei prossimi giorni il presidente di Sport e Salute, Mezzaroma, titolare della concessione dell’impianto, ci darà una buona notizia: di quelle determinanti e definitive».
Che tempi possiamo immaginare?
«Direi che procedendo con la tempistica utilizzata a Wimbledon, per non bloccare il torneo, credo che potremmo immaginare il campo coperto per il 2028, qualora ci fosse l’ok per partire».