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Federica Pellegrini, nuova spanciata: "Sinner trattato diversamente"

Anziché correggere le precedenti, superficiali dichiarazioni su Jannik, intervistata dalle Iene l'ex nuotatrice le ha riaffermate. Non una parola sull'innocenza assoluta del N.1 del tennis mondiale nel caso Clostebol

E due. Intervistata dalle Iene, l'ex nuotatrice ha riaffermato la sua convinzione su Sinner nel caso Clostebol: "Lo so che lui non ha fatto uso intenzionale di doping, ma secondo me il suo caso è stato gestito diversamente rispetto ad altri casi". E il polverone mediatico suscitato dalle parole critiche che la stessa Pellegrini pronunciò un mese fa? Risposta dell'intervistata: "Perché Sinner è molto amato". Eh? Tutto qui? In 18 minuti e 39 secondi di intervista la rappresentante degli atleti nel Comitato Olimpico Internazionale non ha aggiunto altro. Perché non ha detto nulla sulla conclamata, assoluta innocenza del Numero Uno del tennis mondiale che ha subito l'ingiusta e assurda sospensione di tre mesi, patteggiata dalla Wada per salvare la faccia della Wada? Ma dove caspita vive la Pellegrini? Perché non si è documentata in questo mese, così da evitare una seconda spanciata? E allora, in primis riproponiamo la dichiarazione rilasciata al TG1 da Sinner: "Ognuno è libero di dire quel che vuole. L'importante è che io sappia cosa sia successo, Non auguro a nessuno di vivere da innocente una cosa del genere". Per questo e per altri motivi, giova ripetere all'ex campionessa  come siano andati i fatti. Per filo e per segno, con il rinnovato augurio che non ci sia bisogno di un disegnino. Sebbene, al riguardo, non siamo ottimisti. 

Ma quale doping!

Un mese fa, intervistata da Alessandra Retico per Repubblica, Pellegrini aveva dichiarato: "Jannik è molto amato e dunque viene difeso sotto ogni aspetto, a prescindere e questo lo trovo giusto. Ma credo che la sua vicenda sia stata trattata diversamente dal 99% dei casi. Non tutti sanno come funziona per un atleta soggetto a controlli antidoping a sorpresa e in competizione durante tutto l’anno. Gli atleti vivono con un pensiero costante, quello di dover fornire un’ora di slot di reperibilità ogni giorno della vita anche quando sono in vacanza per consentire all’antidoping di andarli a trovare dovunque siano. Io avevo una sveglia che suonava alle 10 di sera con scritto location form, per ricordarmi che dovevo aggiornare ogni volta l’indirizzo. Lo considero giusto altrimenti diventa sempre di più una lotta impari. Quanto alla responsabilità oggettiva rispetto al team, va detto che non è che se il mio fisioterapista si beve una birra e investe qualcuno è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se il fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo. Vale per tutti, non è il caso Sinner a essere strano".  Il doping non c'entra nulla con Sinner. L'ha letta, Pellegrini la dichiarazione messa nera su bianco dalla Wada, in calce al patteggiamento?  Repetita iuvant:  “La WADA riconosce che il signor Sinner non aveva intenzione di imbrogliare e che la sua esposizione al clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni ed è avvenuta a sua insaputa, come risultato della negligenza dei membri del suo entourage”. E vorremmo vedere. Come diavolo può essere responsabilità dell'atleta se, all'insaputa dell'atleta, com'è stato universalmente acclarato, il "fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo?".  Lo sa, Pellegrini o non lo sa che la Wada cambierà le regole proprio in questa materia, anche se solo dal 1° gennaio 2027,  dopo la figuraccia rimediata con Jannik?  Lo sa Pellegrini o non lo sa che la Wada prima ha fatto fuoco e fiamme, chiedendo una squalifica da due a quattro anni, poi ha calato le brache patteggiando tre mesi di stop per negligenza, pur di chiudere la vicenda?

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