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Sinner, racconto shock: "Volevo lasciare il tennis, non auguro a nessuno quello che ho passato"

Il numero uno al mondo si confessa: la vita privata, le persone più importanti della sua vita e i segreti

Numero 1 al mondo

"Quando ho saputo che sarei diventato numero uno al mondo è stata una sensazione incredibile, perché non è solo un risultato, ma il risultato di un anno intero, dopo che fai risultato dopo risultato dopo risultato, e arrivi su. Quello per me è stato un momento incredibile. Un altro momento pazzesco per me, essendo italiano, è quando entro sul Centrale, a Roma o a Torino. Non sembra neanche di essere in un campo da tennis, ma in uno stadio di calcio, è pazzesco, è una sensazione che è molto difficile da raccontare. Wimbledon o Roland Garros? Prima di Wimbledon c'è sempre il Roland Garros e prima di quello c'è il torneo prima... Ma prima di arrivare al punto di dire 'Ok, ci siamo con il livello' servono partite prima. Tanti campioni italiani? Abbiamo avuto un cambio - parlo dei maschi, perché con le femmine avevamo già campionesse Slam - quando Fognini ha vinto a Monte-Carlo, e poi è arrivato Berrettini che ha fatto benissimo sull'erba, è un giocatore incredibile e ha fatto una finale a Wimbledon, poi sono arrivato io. Adesso sta arrivando Musetti nei primi dieci, Arnaldi che fa risultati incredibili, Sonego che è sempre lì, Darderi, etc... Ne abbiamo veramente tanti, c'è una quantità che per i tifosi italiani è bellissimo, perché quando perde uno ne ha altri cinque in un torneo. E in un grande Slam se siamo dieci, dieci su cento, è il 10% di italiani, ti diverti di più ed è molto più bello", ha detto ancora Sinner.

Su Cahill, i riti scaramantici, i colpi migliori e Monte-Carlo

"L'anno scorso mi ha detto 'Faccio l'ultimo anno con te, poi smetto'. Queste cose bisogna accettarle, è una sua scelta. Abbiamo fatto tante cose, tanti risultati, però ogni cosa bella ha una fine, soprattutto nel lavoro, quindi va bene così. Poi, sai, in un anno possono cambiare tante cose, quindi vediamo. Riti scaramentici? Ho le mie cose, passo sopra le righe col piede destro, a volte faccio due passi fuori le righe... Ho un po' di cose mie, mi fanno stare tranquillo. La Fondazione? Per me è sempre stata importante. Il focus è sui bambini, perché per me sono molto importanti e soprattutto sono il nostro futuro, quindi spero e speriamo di aiutarli. Colpo preferito? Il rovescio. Colpo migliore? Il più solido è il rovescio. Colpo da migliorare? Il servizio. Colpo che invidio a un collega campione? Il tocco di Alcaraz o di Musetti, che sentono molto la palla. Le polemiche su Monte-Carlo? Onestamente, mi sento molto bene qua. Mi sento proprio a casa. Se io non fossi qua non saprei proprio dove andare, perché abbiamo i campi da tennis in terra e cemento, palestre incredibili, il clima è ottimo e in più ci sono tanti giocatori con cui potersi allenare, è perfetto vivere qua", prosegue Sinner.

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