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Sinner nella storia e senza rivali: riuscirà mai qualcuno a tirarlo giù?

Il forfait di Alcaraz, infortunato e in dubbio anche per Roma, fa sì che Jannik resti in vetta fino a dopo Parigi

Regali, pagine di storia e ricchi cotillons. Ieri, oggi, sempre… Ho spesso pensato che Jannik Sinner nasconda estri da sincero innovatore. Inconsapevole, magari, eppure di straordinaria efficacia. L’ho visto affrontare il tennis, ventenne, con il piglio di chi sarà l’unica guida di se stesso, fino a sedersi tre anni dopo sulla poltrona presidenziale di una holding che produce svariati milioni in campo immobiliare. L’ho ascoltato pronunciare consigli generazionali («Stabilite ciò che volete fare e poi studiate, studiate e studiate») che al mondo d’oggi rischiano di apparire rivoluzionari. L’ho osservato crescere come star senza mai mostrare il corredo sulfureo dei padroni del rock, ma solo scambiando gentilezze, come invitare la ragazzina che gli teneva l’ombrello aperto a ripararsi accanto a lui sotto la pioggia battente. Non avrei mai supposto, però, che questa sciocca squalifica di tre mesi si trasformasse in corso d’opera nella nobilitazione della sua figura.

Sinner, numero 1 per un anno

La notizia di ieri è che Sinner resterà primo fino al termine del Roland Garros. A quel punto le settimane di primato saranno 52 (sono 47, oggi) e un anno sarà felicemente compiuto. Ci sono riusciti soltanto in quattro a spegnere la candelina alla prima occasione, e sono i più grandi. Jimmy Connors che governò ininterrottamente 160 settimane, dal 29 luglio 1074 al 22 agosto 1977. Poi tornò in vetta altre otto volte e chiuse a 268. Dopo di lui Lleyton Hewitt, 75 settimane dal 19 novembre 2001 al 27 aprile 2003 (diventate di lì a poco 80). Roger Federer, 237 settimane filate dal 2 febbraio 2004 al 17 agosto 2008 (divennero alla fine 310 nel 2018). Ultimo, Novak Djokovic, 53 settimane, dal 4 luglio 2011 all’8 luglio 2012. E lui ne mise insieme 428, il record. Sinner è il quinto. Jannik seppe della nomina nel corso del Roland Garros 2024, quando Djokovic si fece da parte per il dolore al ginocchio, e fu costretto a operarsi al menisco. Jannik venne insignito il 10 giugno scorso a Montecarlo (da qualche anno la cerimonia prevede la consegna di una grande coppa, prima ci si limitava alle strette di mano), e andò a festeggiare tra i suoi a Sesto Pusteria. Magari tornerà quest’anno. Ma il punto è un altro: i tre mesi erano nati sotto l’interrogativo di chi sarebbe riuscito a farlo sloggiare dalla vetta. Si chiudono con una domanda diversa: riuscirà mai qualcuno a tirarlo giù?

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