Tuttosport

LIVE

Caso Sinner: Federica Pellegrini, ma che cosa dici? E sei pure membro del Cio

L'ex nuotatrice: "Vicenda trattata diversamente del 99% dei casi antidoping". Ma il doping non c'entra nulla con Sinner, come ha messo nero su bianco la stessa Wada rinunciando al ricorso al Tas e, per salvare la faccia, cambierà pure le regole. Anche se solo dal 2027

Non c'è niente da fare. Sono trascorsi un anno e un mese dal quando il caso Sinner cominciato a Indian Wells, addì 10 marzo 2024 e ancora c'è qualcuno che non sa o dimostra di non sapere come siano andate le cose, trinciando giudizi frutto di superficialità e sciatteria. Un conto è se, a farlo, sono i conigli da tastiera; un altro se, addirittura, è un membro del Comitato Olimpico Internazionale in rappresentanza degli atleti, qual è Federica Pellegrini. La quale, intervistata da Alessandra Retico per Repubblica, ha dichiarato: "Jannik è molto amato e dunque viene difeso sotto ogni aspetto, a prescindere e questo lo trovo giusto. Ma credo che la sua vicenda sia stata trattata diversamente dal 99% dei casi. Non tutti sanno come funziona per un atleta soggetto a controlli antidoping a sorpresa e in competizione durante tutto l’anno. Gli atleti vivono con un pensiero costante, quello di dover fornire un’ora di slot di reperibilità ogni giorno della vita anche quando sono in vacanza per consentire all’antidoping di andarli a trovare dovunque siano. Io avevo una sveglia che suonava alle 10 di sera con scritto location form, per ricordarmi che dovevo aggiornare ogni volta l’indirizzo. Lo considero giusto altrimenti diventa sempre di più una lotta impari. Quanto alla responsabilità oggettiva rispetto al team, va detto che non è che se il mio fisioterapista si beve una birra e investe qualcuno è colpa mia, ma diventa una mia responsabilità se il fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo. Vale per tutti, non è il caso Sinner a essere strano".

Jannik innocente

Il doping non c'entra nulla con Sinner. L'ha letta, Pellegrini la dichiarazione messa nera su bianco dalla Wada, in calce al patteggiamento?  Repetita iuvant:  “La WADA riconosce che il signor Sinner non aveva intenzione di imbrogliare e che la sua esposizione al clostebol non ha fornito alcun beneficio in termini di miglioramento delle prestazioni ed è avvenuta a sua insaputa, come risultato della negligenza dei membri del suo entourage”.  E vorremmo vedere. Come diavolo può essere responsabilità dell'atleta se, all'insaputa dell'atleta, com'è stato universalmente acclarato, il "fisio usa una crema su di me e poi io risulto positivo?".  Lo sa, Pellegrini o non lo sa che la Wada cambierà le regole proprio in questa materia, anche se solo dal 1° gennaio 2027,  dopo la figuraccia rimediata con Jannik?  Lo sa Pellegrini o non lo sa che la Wada prima ha fatto fuoco e fiamme, chiedendo una squalifica da due a quattro anni, poi ha calato le brache patteggiando tre mesi di stop per negligenza, pur di chiudere la vicenda?

La sospensione

Pellegrini si lamenta: "Perché il caso Sinner deve essere diverso? È questa la mia domanda. E diverso è stato: la soluzione è arrivata solo dopo i ricorsi della Wada. Una sospensione immediata non c’è stata". Bum. Ha dichiarato la signora Karen Moorhouse, amministratrice delegata dell'International Tennis Integrity Agency? "Le nostre regole si basano sul Codice mondiale antidoping che elenca diversi reati. Essi possono essere commessi dall'entourage di un giocatore: medico, allenatore, agente. Ma la maggior parte dei reati in questione implica l'intenzione di dopare. Nel caso Sinner, secondo la consulenza legale che abbiamo ricevuto, non c'era alcuna giustificazione per perseguire penalmente nessuno del suo entourage.Non c'è stata alcuna violazione delle regole del programma antidoping del tennis. Sul caso Sinner ci sono stati problemi di comunicazione. Essi potrebbero aver rivelato un malinteso sulle nostre regole in merito all'annuncio di test positivi e sospensioni provvisorie. Si è erroneamente creduto che stessimo annunciando test positivi, quando in realtà stavamo annunciando sospensioni provvisorie. In entrambi i casi, le regole sono state rispettate, Sinner non ha violato nessuna regola. Poiché i ricorsi hanno avuto successo, le sospensioni provvisorie non sono state rese pubbliche". Quindi la sospensione dell'Itia c'è stata, ma non è stata resa pubblica "perché i ricorsi hanno avuto successo" e l'innocenza di Sinner pubblicamente proclamata. Tutto chiaro adesso o c'è bisogno di un disegnino?

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi