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Una finale “Sincaraz”: l’augurio per il 2025

Il numero 1 e il suo rivale non si sono mai sfidati per uno Slam, ma neanche in un Master 1000. I tempi sono maturi

Si sono già incontrati undici volte, ma mai in una grande finale. Non solo manca una sfida all’ultimo atto di uno Slam, non ce n’è (ancora) una neanche a livello Master 1000. La rivalità tra Sinner e Alcaraz, ben prima di arrivare sui grandi schermi, nasce ad Alicante nell’aprile 2019 (e già allora più di qualcuno aveva drizzato le antenne). Jannik ha 17 anni ed è reduce da 16 vittorie consecutive, avendo vinto il Challenger di Bergamo e gli ITF di Trento e Santa Margherita di Pula. All’epoca n. 317 ATP, ad attendere l’altoatesino sui campi dell’accademia di Juan Carlos Ferrero c’è una wild card locale, il 15enne Carlos Alcaraz Garfia. Ancora oggi - come già all’epoca - il suo coach è lo stesso Ferrero e, dal 2025, al team del n. 3 del mondo si aggiungerà anche Samuel Lopez, che ha abbandonato l’angolo di Pablo Carreno Busta dopo nove anni di più che soddisfacente collaborazione.

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La prima sfida

Come tutte le stelle spagnole, la vertiginosa scalata di Carlitos lo ha portato a diventare “solo” Alcaraz, perdendo per strada il cognome materno (come accaduto, per ultimo, una ventina d’anni fa a un certo Rafael Nadal Parera). Che Sinner e Alcaraz avessero qualcosa di speciale lo si capì subito: al primo turno del Challenger di Alicante lo spagnolo era al debutto assoluto nella categoria, avendo partecipato prima di allora soltanto a tre tornei ITF. Stremato dalle fatiche delle settimane precedenti, il giovane Jannik perde 6-2 il primo set, reagisce conquistando 6-3 il secondo e portandosi avanti 3-0 nel terzo, ma va comprensibilmente in riserva. Il giovanissimo Carlitos ne approfitta e trionfa 6-3 al terzo tra lo stupore dei pochi tifosi presenti: poco importa che al secondo turno perderà 6-2 4-6 6-4 da Lukas Rosol, quel giorno è nato qualcosa di speciale.

I dieci episodi del Sincaraz

I dieci episodi successivi del “Sincaraz”, il nome che i social hanno affibbiato alla loro rivalità, sono già più noti, a partire dal loro primo match ATP. Novembre 2021, Parigi Bercy: Jannik è in piena corsa per un posto alle ATP Finals, ma perde 7-6 7-5 all’esordio da un devastante Alcaraz. Una sconfitta che tiene l’azzurro fuori dai migliori otto dell’anno - anche se avrebbe poi giocato comunque due partite a Torino a causa dello sfortunato ritiro in corso d’opera di Matteo Berrettini. Il 1º successo di Sinner arriva agli ottavi di Wimbledon 2022, seguito poche settimane dopo da quello di Umago nella prima - e finora unica insieme a Pechino di quest’anno - finale tra i due. I loro scontri diretti sembravano procedere come in un tie-break, con due vittorie a testa (come sul 6-6 si serve due volte ciascuno dopo il primo punto). US Open 2022 e Indian Wells 2023 per Alcaraz, Miami e Pechino 2023 per Sinner, Indian Wells e Roland Garros 2024 di nuovo per Alcaraz. Lo spagnolo è stato il primo a spezzare quel particolare filo rosso, imponendosi per la 3ª volta di fila proprio nella già citata finale di Pechino, ad oggi l’ultimo incrocio ufficiale tra i due. Per far sì che le loro sfide restino incise nei libri di storia, tuttavia, mancano ancora all’appello le grandi finali. Va anche detto che fino a questo momento la sorte non li ha aiutati: Jannik e Carlos sono stati sorteggiati nello stesso lato di tabellone in sei degli ultimi nove Slam cui entrambi hanno preso parte. Per evitare di affidarsi al destino, l’unica soluzione per essere sicuri di trovarsi dai lati opposti è occupare i primi due posti del ranking ATP. Sinner ha già fatto la sua parte, nel 2025 toccherà ad Alcaraz darsi da fare.

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