Amore. È questa la parola con cui Andre Agassi ha deciso di sintetizzare al massimo la sua relazione con l’Italia (anche se la prima volta che ha giocato agli Internazionali ha esordito contro un italiano e gli hanno lanciato le monetine in campo). "Ma poi 15 anni dopo ho vinto a Roma", ricorda. Un paese, l’Italia, in cui Agassi non tornava da troppo tempo e che non lo ha visto fisicamente presente ieri mattina a Cuneo, dove invece c’era come previsto la moglie Steffi Graf. La famiglia più vincente della storia del tennis è stata ospite della Fondazione CRC, nell’ambito dell’iniziativa “Dialoghi sul Talento”.

I ricordi di Graf e Agassi

Numerosi i ricordi che Agassi e Graf hanno rivissuto, partendo fin dai primi passi. "Il tennis mi ha insegnato tanto. Mi ha fatto conoscere mio marito, ho avuto il piacere di avere una fondazione - ricorda Steffi -. È stato difficile iniziare a 13 anni uno sport a livello professionale: mia figlia oggi ha quell’età e io a volte penso a quando, alla sua età, già viaggiavo per il mondo e giocavo in stadi pieni di persone". La vita però cambia, i tempi si evolvono. "Noi non abbiamo avuto la possibilità di scegliere, quindi abbiamo voluto darla ai nostri figli" ha ammesso Graf, ripensando al rapporto complicato con suo padre (ancor più difficile quello del marito Andre, che nella sua memorabile autobiografia “Open” lo aveva più volte definito un padre-padrone). La libertà di scelta prima di tutto, come recita anche il bellissimo motto di famiglia: “your life is your choice”. La vita è tua, le scelte sono le tue.

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