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Sinner per l'impresa Triplete mai riuscita: Parigi, Atp Finals, Coppa Davis

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Dopo il successo a Vienna, punta a Parigi-Bercy e Torino: dal 2000 a oggi, solo in quattro hanno centrato l’accoppiata. Poi focus sulla Davis

Tutti i tennisti felici si somigliano un po’, mentre ogni tennista infelice lo è a modo suo. Tema caro a Sinner, questo della felicità, sollevato la prima volta a fronte della prova più malinconica della sua stagione, appena sconfitto da Daniel Altmaier al Roland Garros, poi ripreso qui e là, certo in migliori condizioni di spirito, e ribadito anche dopo la vittoria a Vienna a mo’ di dedica ai genitori, entrambi presenti alla seconda esecuzione pubblica di Medvedev. "Felicità è quando la mattina faccio colazione con i miei", ha fatto sapere JS, molto avvicinandosi alle intrepide dichiarazioni che resero mitico Pistol Pete, al secolo Pete Sampras. Sbaglierò, ma resto convinto che Sinner sia molto felice quando vince, un po’ meno quando le cose si mettono di traverso. È banale, direte, ma in questi giorni - già trapiantato a Bercy, nel palazzo dello sport con le mura di prato, dove l’erba cresce in verticale - me lo figuro al settimo cielo, crepitante di felicità come un mortaretto. Viene dai successi di Pechino (Medvedev) e di Vienna (ari-Medvedev), si è portato a quattro vittorie nella stagione (con Montpellier e Toronto) e nessun italo-tennista vi era mai riuscito.

Sinner, uomo solo al comando

È salito a dieci vittorie e sono tante quante ne ha portate a casa Panatta in tutta la carriera ("Ma io gioco per me stesso", dice JS, "non per la storia del tennis italiano") e si appresta a diventare - felicemente, è il caso di dirlo - un uomo solo al comando. Gliene basta uno, di successi. E chissà che non stia già almanaccando di potersi togliere la soddisfazione in quest’ultimo spicchio di impegni stagionali. "Sono in forma, e gioco meglio rispetto a pochi mesi fa. Miglioro. È una sensazione che mi accompagna dall’inizio di quest’anno", assicura. Si vede che i miglioramenti programmati hanno attecchito. A vederlo in campo, bello sciolto (fluido, si dice oggi) nei movimenti, capace di assemblare piattate fondocampiste a tocchi di fino in diagonale, come quando Medvedev lo ha sfidato a far gara di smorzate, non v’è dubbio che qualcosa di buono sia successo. C’era un Sinner, oggi ce n’è un altro, forse proprio un Sinnerissimo, come ha titolato Tuttosport.

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