Home

Calcio

Formula 1

Moto

Motori

Basket

Tennis

Volley

Tuttosport

LIVE

“Eravamo io, Gianni Minà, Vilas, Renzo Arbore e Mina”

Adriano Panatta racconta l’unico giornalista che ammetteva a bordo campo: “Un altro l’avrei preso a racchettate in testa... Grazie a lui ho intervistato anch’io Fidel!”

 

Alì, Maradona, Che Guevara, Mina

Alì, Maradona, Che Guevara. Insomma, ad ascoltare Gianni potevi starci delle ore, ed era il modo più bello per mettersi alle spalle tutto, dal tennis al resto. Si avvicinò al nostro gruppo negli anni della Davis, ma la nostra conoscenza, tra me e lui, si affinò con le serate a casa di Renzo Arbore, e i ripetuti incontri alla Bussola sul Lungomare di Pietrasanta, dove si andava ad ascoltare Mina: la mia, la sua preferita. Serate che è difficile dimenticare. Solo incrociarlo ne valeva la pena. E per salutare tutti quelli che erano lì con lui ci si metteva mezz’ora. Ma quando Mina faceva squillare le prime note, entrambi cadevamo in trance. Credo fu proprio lui a portare Mina sulle pagine di Tuttosport, dove la nostra signora della canzone scriveva una rubrica tra attualità, ricordi e altro che si abbinasse allo sport. La leggevo sempre, era imperdibile, perché con Mina non ero mai andato oltre i saluti e gli auguri e il fatto che avesse scelto un quotidiano sportivo per far sentire il suo pensiero, quando ormai si era già ritirata dalle scene, mi incuriosiva da morire. Proprio in quel periodo ricevetti una telefonata da Mina, forse il mio numero gliel’aveva dato proprio Gianni. «Ciao Adriano, sono Mina». Mi era sembrata lei, ma non ero in vena di scherzi. Risposi, «sì, e io sono Ornella Vanoni», e chiusi la telefonata. Mi richiamò un secondo dopo, era proprio lei. Chiesi scusa, l’ascoltai, ma la “grezza vulgaris” era ormai fatta. 

L'intervista a Fidel Castro

Un’altra cosa mi unì a Gianni, tempo dopo. L’intervista a Fidel Castro. Forse non ci crederete, ma entrambi riuscimmo a metterlo davanti a un microfono. Lui con tutta l’ufficialità del caso, per un’intervista famosa, della quale poi non volle svelare alcun particolare, credo per la grande venerazione che aveva nei confronti del Lider Maximo. Io in occasione di una gara di motonautica offshore a L’Avana, che Fidel venne a inaugurare. Ero lì come pilota, ma anche con il compito di racimolare qualche spunto e qualche intervista per “La 7”. Lo vidi e mi dissi, «questa non me la posso perdere». Gli posi il microfono sotto il naso e lui fu carinissimo, rispose alle domande che mi vennero in mente, tutte ovviamente sull’apertura di Cuba a uno sport così particolare come una gara tra bolidi del mare. Ricordi lieti per un dolore grande. Spero di aver ricordato Gianni come sarebbe piaciuto a lui, in allegria. Mi diceva spesso, «Adriano, sai qual è il mio difetto? Non so rispondere alla violenza. Non la sopporto, e mi crea come un blocco. Credimi, ci soffro». Io gli rispondevo da bravo romano. «Prova con due pizze in bocca, precise e definitive». Se la rideva. Mi mancherà tanto…

Abbonati a Tuttosport

L'edizione digitale del giornale, sempre con te

Ovunque ti trovi, tutte le informazioni su: partite, storie, approfondimenti, interviste, commenti, rubriche, classifiche, tabellini, formazioni, anteprime.

Sempre con te, come vuoi