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Errore quota dei bookmaker, in arrivo il decreto dell’Agenzia delle Dogane

La prima versione del testo prevedeva solo le puntate “pre-match” ed era stata ritenuta poco efficace. Ora, la copertura è quasi totale: nel testo entrano le scommesse “live”

Stavolta la soluzione è vicina. L’Agenzia delle Dogane ha modificato l’ultima bozza del decreto sull’errore quota, inserendo nel provvedimento anche le scommesse “live”. La prima versione del testo, ricorda agipronews, prevedeva invece solo le puntate “pre-match” ed era stata ritenuta poco efficace. Ora, la copertura è quasi totale: restano escluse dalla possibilità di correzione le quote prodotte “in esclusiva” da un solo operatore oppure da un solo fornitore di servizi: in entrambi i casi, l’Agenzia delle Dogane non disporrebbe di liste di giocate confrontabili per individuare la differenza di quota che ha portato all’errore.

Il testo è ancora in fase di correzione – e infatti piazza Mastai invita gli operatori a inviare nuove proposte di modifica entro la fine dell’anno – ma ormai ci siamo: le misure approntate, riporta agipronews, elimineranno (o quasi) l’attività scorretta di molti scommettitori "speculativi" - proprio il target che si vuole escludere dal mercato – che approfittano degli sbagli dei bookmaker durante gli eventi e in pochi minuti incassano il denaro ottenuto con quote non corrette. L’obiettivo strategico è poi ridurre il contenzioso concessionari-scommettitori davanti ai tribunali, anche se il decreto stesso riconosce in ultima analisi la possibilità di percorrere la strada dell’azione davanti all’autorità giudiziaria. Il decreto – la cui pubblicazione è a questo punto prevista per le prime settimane del 2024 - è il primo serio tentativo di regolare la correzione di una quota sbagliata. Finora, in caso di errore, gli scommettitori si erano sempre rivolti ad un tribunale, con risultati alterni.

La procedura approntata da Adm, ormai prossima all’entrata in vigore, consente all’Italia di raggiungere le giurisdizioni più avanzate e di evitare buona parte dei contenziosi con i consumatori.

Come funzionerà la correzione di un errore di quota? Secondo il decreto, la richiesta di rettifica andrà comunicata dal concessionario ad Adm entro tre giorni attraverso un applicativo e dovrà contenere una serie di requisiti minimi tra cui i dati del concessionario e diversi dettagli tecnici sulla quota in questione. Se la richiesta verrà accolta, prosegue agipronews, la quota sarà ricalcolata da Adm in base alla media del mercato, calcolata su tutte le quote registrate al totalizzatore nazionale. In caso di sussistenza dell’errore, saranno ricalcolate le quote per tutti gli esiti pronosticati comunicati nell’applicativo. Le quote ricalcolate saranno dunque pari al “valore medio” per ciascun esito.

Nelle scommesse “pre-match” composte con meno di 20 esiti, riporta agipronews, l’errore sarà certificato se la quota (minore di 1,50) sbagliata ha uno scostamento almeno del 30% rispetto alla quota ponderata del mercato. Se la quota errata è tra 1,50 e 2,50, l’errore sarà certificato se è maggiore o uguale al 50%. Infine, se la quota non esatta è superiore a 2,50, l’errore deve essere maggiore o uguale al 75%. Per le scommesse composte da un numero di esiti superiore a 20, la quota errata deve essere maggiore o uguale al valore medio moltiplicato per 4,00.

Nelle “live” sarà Adm a rideterminare la quota corretta basandosi sul valore registrato al totalizzatore nazionale, dopo aver acquisito tutti i dati sulla pubblicazione dell’evento. Anche le vincite, prosegue agipronews, saranno ricalcolate dall’Agenzia delle Dogane: i giocatori che hanno puntato su una quota errata incasseranno quindi una somma con la quota “giusta”, rivista dopo l’errore del concessionario.

Nella lettera che accompagna la bozza di decreto, il dirigente dell’Ufficio scommesse e online di Adm, Antonio Giuliani, sottolinea come siano state individuate “soluzioni in grado di affrontare quasi la totalità delle criticità segnalate mantenendo ferma l’esigenza, da sempre manifestata dall’Agenzia, di soluzioni basate su dati oggettivi e dimostrabili e ferma la possibilità di rinvio alla magistratura in caso di improcedibilità. Rimangono fuori poche casistiche che assorbono una percentuale molto bassa di errori per le quali non è possibile, attualmente, trovare soluzioni oggettive”.

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