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Capolinea Mazzanti, dal caso Egonu al fallimento Polonia: Velasco pronto

Ansa/Getty Images/Ag. Aldo Liverani

Fallito anche l'ultimo obiettivo stagionale, la qualificazione Olimpica, l'Italvolley si lecca le ferite: il ct sembra giunto alla fine della sua avventura

ROMA- La mancata qualificazione per Parigi 2024 è solo l’ultimo deludente episodio di un’estate che, per la Nazionale di pallavolo femminile, può senz’altro definirsi sportivamente tragica. Una lunga serie di insuccessi inaspettati per una squadra che fino all’inizio dell’estate portava al collo la medaglia d’oro Europea, quella di bronzo Mondiale e deteneva il titolo in Volleyball Nations League.

Senza girarci troppo intorno le azzurre hanno fallito tutti gli obiettivi e deluso le attese dei tifosi che da questo gruppo si attendevano altre imprese vincenti. Invece qualcosa ha cominciato a scricchiolare da subito. Sin dai primi raduni il clima che si respirava non era quello più propizio per arrivare a raggiungere risultati importanti. Fra CT Mazzanti e alcune delle veterane qualcosa si era incrinato, stando a voci autorevoli già nel finale della stagione scorsa, e la squadra ne ha risentito immediatamente. Le scelte del tecnico hanno indubbiamente destabilizzato l’ambiente e al contempo impoverito tecnicamente un gruppo fino ad un anno fa vincente. Un tecnico, è bene dirlo subito, fino a che gode la fiducia della Federazione, ha il diritto di fare le proprie valutazioni e regolarsi di conseguenza, e le giocatrici hanno il dovere di accettare le decisioni mettendosi a disposizione della maglia azzurra. Mazzanti aveva dunque la facoltà di decidere in piena autonomia, quello che lascia perplessi è il modus operandi e le dinamiche che hanno portato ad alcune esclusioni eccellenti.

Italia, il fallimento in Nations League

Come tradizione il torneo internazionale, che lo scorso anno avevamo trionfalmente messo in bacheca, è stato affrontato rinunciando ad alcune titolari. Scelte motivate come sempre dalla volontà di far riposare quelle giocatrici che nel corso della stagione dei club avevano avuto un’attività più intensa, soprattutto quelle che avevano giocato le finali scudetto. L’obiettivo dichiarato inoltre era quello di verificare le potenzialità di alcune giovani in rampa di lancio. La faticata qualificazione alle Finals è stato il primo campanello d’allarme ma rimaneva la fiducia di veder sbocciare le azzurre nel momento decisivo. La decisione di affrontare le partite da dentro o fuori senza atlete del calibro di Egonu, De Gennaro, Chirichella, Bosetti e Lubian è stata fatale. Contro una fortissima Turchia, assoluta regina dell’estate, l’Italia è franata inevitabilmente nei quarti di finale subendo un sonoro e larghissimo 3-0. Una sconfitta pesante che comunque non ha scalfito la sicurezza del tecnico in vista degli impegni futuri.

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