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Cambi: "Mi sento leader. In testa c’è l’oro"

Cambi: "Mi sento leader. In testa c’è l’oro" .
A tu per tu con la regista dell’Italia di Velasco che, vinto tutto, ora affronta nuove sfide: "Olimpiadi indimenticabili"

Ha vinto tutto: scudetto, Champions League, Coppa Italia. E l’11 luglio 2024 è salita sul gradino più alto del podio olimpico con l’Italia, portando a casa un oro storico. Ma Carlotta "Charlie" Cambi, oggi palleggiatrice titolare dell’"Italia di maggio" allenata da Julio Velasco, continua a sorridere come quella bambina che a quattro anni chiedeva ai genitori di emularli e tornare a casa «con il borsone», perché la palestra era già diventata casa sua. «Quell’oro è un ricordo bellissimo, ma ora guardo avanti - dice Cambi -. Il Mondiale è il nuovo obiettivo di questa Nazionale. Certo, l’immagine della bandiera italiana sul podio a Parigi è qualcosa che mi porto dentro ogni giorno».

Le parole di Cambi

Un traguardo che ha radici lontane. «La pallavolo è una passione di famiglia che scelto di far continuare. Nel borsone oggi ci sono più esperienza e consapevolezza, ma la passione è la stessa di quando avevo quattro anni». Dopo un lungo percorso tra club e Nazionale, oggi Cambi si è ritrovata a vestire i panni della palleggiatrice titolare nel gruppo giovane scelto da Velasco per affrontare gli impegni amichevoli pre-VNL. Un ruolo che conosce bene, anche se spesso si è distinta per la capacità di incidere entrando in corsa. «Essere vice richiede un approccio diverso. Ma a me piace, mi appartiene. Non baratterei il mio posto da titolare nel club, ma se in Nazionale serve così, va bene». Durante le Olimpiadi è entrata a gara in corso con personalità. «Guardo le partite come se le stessi giocando. Cerco sempre di immaginare cosa potrei fare entrando in campo. Così, quando succede, mi sento pronta».

Su Velasco

E con Julio Velasco alla guida, la mentalità si sta forgiando ulteriormente. «È un uomo estremamente chiaro, diretto. Ti dice cosa si aspetta da te. Questo aiuta. Prima della finale ci disse: “Per vincere non serve fare di più, serve fare bene quello che facciamo ogni giorno in palestra”. È una frase che mi ha colpita e che cerco di portare sempre con me». Fuori dal campo, Cambi è anche laureata, con studi legati alla disabilità e all’insegnamento. «Non voglio trovarmi impreparata quando smetterò. Ho sempre voluto anche aiutare chi è meno fortunato. È un altro lato della mia vita che sento molto mio».

"Ora penso alla VNL, al Mondiale, e poi al club"

Solare, ironica, sincera, non si monta la testa neanche con una medaglia d’oro al collo. «È stato un sogno, sì, ma anche senza l’Olimpiade avrei continuato a giocare. Ora continuo con la stessa voglia». E se la madre all’inizio pensava che avrebbe mollato presto, oggi, Carlotta ci scherza sopra: «Si è dovuta ricredere il giorno stesso. Io ero troppo entusiasta. Se potessi scrivere una lettera a quella bambina col borsone, le direi solo: continua a crederci, come hai sempre fatto». Los Angeles 2028? «La prossima Olimpiade è lontana. Non mi piace guardare troppo avanti. Ora penso alla VNL, al Mondiale, e poi al club. Un passo alla volta». E se deve scegliere tra “regista” o “leader”, la toscana non ha dubbi: «Più leader. Amo attaccare, fare punto. Ho imparato a fare la regista, ma il mio spirito è da trascinatrice». Chiude con uno sguardo sul futuro della pallavolo femminile: «Il cambiamento era già iniziato nel 2018 con l’argento mondiale. Dopo Parigi abbiamo solo aggiunto un tassello e vogliamo portarla ancora più in alto». E a Novara, dove sarà regista titolare dell’Igor l’aspettano con il medesimo entusiasmo.

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